COMPAGNI, PERCHE’ KAMMENOS SI’ E FARAGE NO?
LE DOPPIE MORALI DELLA SINISTRA ITALIANA
È curioso l’atteggiamento della sinistra italiana di fronte alla scelta tsiprasiana di governare con i greci indipendentisti.
L’Anel è una forza conservatrice, nata da una costola di Nd.
Una specie di Ncd ellenico, però più sveglia (ci vuol poco) e meno europeista.
Un po’ come se, in Italia, Nichi Vendola governasse con Angelino Alfano: esempio forse sbagliato, perchè Vendola ha già intrattenuto rapporti non proprio conflittuali con gente al cui confronto Alfano è Engels (Don Verzè, Archinà ), ma che fa capire la situazione.
Dopo aver vinto le elezioni senza maggioranza assoluta, Syriza ha subito stretto l’alleanza rosso-nera con Panos Kammenos.
Suona bizzarro cantare Bella Ciao e poi governare con un leader noto per gaffe sugli ebrei, incitamenti al linciaggio, teorie complottistiche, antipatie per i tedeschi, posizioni anti-immigrati e allergie a divorzio e aborto.
Ricorda qualcuno? Sì, Nigel Farage.
Con il quale, dopo le Europee, il M5S strinse una criticatissima — anche da questo giornale — “alleanza tattica”.
Grillo ripetè che non si poteva fare altro, che i Verdi non erano disponibili, che se non fai gruppo a Bruxelles non conti nulla e che appartenere a quella macedonia euroscettica non avrebbe significato votare come Ukip.
A dire il vero si spinsero oltre, ricoprendo di insulti chiunque osasse sostenere che Farage non era Gandhi, ma il talebanismo di certi 5 Stelle è noto.
Quelle critiche erano giuste, come hanno testimoniato gli attriti tra M5S e Ukip (vedi voto sulla Palestina) o gli smottamenti interni al gruppo.
Va però anche riconosciuto che, a Bruxelles, i 5 Stelle votano effettivamente senza vincoli nei confronti di Farage . Oltretutto, non essendo “nè di destra nè di sinistra”, potrebbero flirtare con chiunque.
Diverso il caso di Syriza, dichiaratamente di sinistra radicale, anche se poi Tsipras un giorno fa Marx, l’altro è in sintonia con Matteo Renzi e quello dopo si allea con Kammenos.
I fatti dicono che ha preferito i 13 seggi dell’Anel ai 15 dei comunisti e ai 17 del centrosinistra.
I novelli esperti di politica greca, in una continua arrampicata sugli specchi, ripetono che non si poteva fare altro perchè per i comunisti “Tsipras non rappresenta nessun cambio” e il centrosinistra sarebbe entrato solo a patto di venerare la Troika.
Tsipras ha scelto Kammenos perchè è l’unico fortemente contrario al Memorandum tra Troika e precedente governo e perchè anche in Grecia non mancano i Bertinotti e Turigliatto: meglio un fascistello fedele di un comunista bizzoso.
Il rischio — così ragionando — è giustificare qualsiasi Patto del Nazareno, ma forse Tsipras ha fatto bene.
Come forse fece bene il M5S.
Del resto, almeno in Italia, il centrosinistra è più di destra della destra. E magari la scelta di Tsipras dimostra che gli steccati ideologici sono davvero superati e “il nemico del mio nemico è mio amico”.
Sarebbe però bello se ci fosse uniformità di giudizio.
Se sbagliava il M5S a stare con Farage, sbaglia ancora di più l’ideologico Tsipras a stare con Kommenos, visto che lui ci governa pure: sai che idillio, quando si tratterà di votare su immigrazione e temi etici.
Eppure i 5 Stelle hanno sempre la rogna mentre la sinistra ha sempre ragione.
Ai tempi di Grillo-Farage, Vendola tuonò: “È un disvelamento, o, come direbbero i teologi, un’epifania. Si è dimostrato, per chi non l’aveva capito, che Grillo è quella roba lì”.
Ecco, compagno Nichi: onestà intellettuale minima imporrebbe che, se Grillo era “quella roba lì” (sciocchezza), anche Tsipras è “quella roba lì” (sciocchezza).
E invece, dagli stessi statisti che giustamente provarono imbarazzo per la mossa dei 5 Stelle, non si odono ora analoghi j’accuse.
Toh, che strano.
Andrea Scanzi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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