COMUNQUE VADA, ONORE A FINI: E’ STATO COERENTE E HA DELINEATO UN FUTURO DI OPPOSIZIONE AL GOVERNO AFFARISTICO-RAZZISTA
IN UN PAESE CIVILE UN PREMIER SI SAREBBE DIMESSO DI FRONTE AI NUMERI CHE LO SFIDUCIAVANO… FINI HA DETTO PERCHE’ BERLUSCONI NON MOLLA LA POLTRONA: DEVE EVITARE I PROCESSI A QUALSIASI COSTO… VINCERE CON VOTI COMPRATI ACCADE SOLO IN ALCUNI CORROTTI REGIMI SUDAMERICANI
Non siamo mai stati teneri in passato con Gianfranco Fini, avendo condiviso quasi nulla del suo percorso politico prima nel Msi e poi in An.
Non solo per i contenuti che esprimeva e che spesso non ci trovavano d’accordo, ma anche per la forma e la coerenza.
Ma le persone vanno valutate per quello che dicono e fanno nel contingente, altrimenti non si salverebbe nessuno.
E per la corenza con cui portano avanti le proprie idee.
Inutile dire che An non avrebbe mai dovuto fondersi con Forza Italia nel Pdl, sarebbe vero ma limitativo.
Probabilmente se An avesse avuto contenuti più marcati e più solide radici culturali, il problema non si sarebbe neanche posto.
La storia della destra italiana ha poco a che vedere con un partito aziendalista, nato per necessità del suo leader, formato da venditori di Publitalia, fondato su spot e lustrini, nonchè da personaggi equivoci.
La destra sociale poi non ha nulla da spartire con un partito di reazionari borghesi, di conservatori, non di valori, ma solo di privilegi.
Non a caso,mentre qualche ragazzo veniva massacrato sotto casa negli anni di piombo, qualcun altro finanziava Craxi o assumeva come stalliere un mafioso.
Altri ambienti, altre frequentazioni, altri valori, altri ideali.
Concetti che a suo tempo Fini non seppe mai interpretare per limiti suoi e di quella accozzaglia di caporali che lo ha circondato per anni.
Se si cercasse anche solo un motivo pragmatico per appoggiare Fini in questa fase politica, sarebbe già sufficiente la speranza di liberarsi di quell’esercito di squallidi servi che mai lo contraddicevano e che ora hanno trovato un nuovo (e ricco) padrone da servire.
Ma Fini oggi ha saputo guardare oltre, oltre il berlusconismo, oltre una destra reazionaria, bigotta e xenofoba, ha saputo rimettersi in gioco.
Non ci interessa se ci sono fatti anche personali all’origine delle sue scelte, ci preme sottolineare la possibilità che in Italia, dopo 15 anni di rincoglionimento delle coscienze, esista la possibilità concreta che emerga una destra di cui non vergognarsi.
Una destra pluralista, sociale, solidale, liberale, attenta ai bisogni dei più deboli, che riaffermi il concetto di unità nazionale, di legalità , di politica al servizio del proprio popolo.
Non sappiamo se Fini la spunterà per un voto o perderà questa battaglia per due, non ha rilevanza: anche se la dovesse perdere, in parlamento le truppe di Antigua non avranno tregua, è solo questione di tempo e torneranno a casa.
Ci conforta l’idea che Fini abbia invece detto chiaramente che Futuro e Liberta starà all’opposizione, una opposizione seria di destra fera, troncando ogni trattativa con un premier inaffidabile che ci sta spuattanando in tutto il mondo.
E’ forse un governo con radici di destra quello in cui un premier riceve prostitute a Palazzo, dove il Paese viene ridicolizzato dalle sue frequentazioni di minorenni, dove un capo di governo interviene presso una questura per far liberare una ragazza accusata di furto?
O dove si nomina ministro un politico solo per evitargli un processo?
O dove due ministri nominano figli acquisiti o fidanzati in posti remunerati dell’amministrazione?
O dove viene mantentuto ad alti incarichi di partito un ex sottosegretario colpito da diversi mandati di arresto per collusioni mafiose?
E potremmo riempire paginate intere di fatti e persone.
Ecco perchè, comunque vada, onore a Fini che ha saputo spezzare questa catena che avrebbe azzerato la destra italiana per decenni.
Poteva vivere nell’ombra e goderne i benefici, come hanno fatto tanti.
Ha avuto uno scatto di dognità : non ha importanza se vincerà questa battaglia, l’importante è vincere la guerra.
E soprattutto è meglio in ogni caso perdere dalla parte giusta che vincere da quella sbagliata.
E gli uomini e le donne di destra vera, non di quella taroccata, state certi che sanno da che parte stare.
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