CON L’IGNORANZA NON SI MANGIA
PROBLEMI DEL LAVORO: APPRENDISTI NON SI NASCE, SI DIVENTA
Sarà in libreria a giorni il nuovo saggio di Romano Benini sulle diverse concause della disoccupazione record italiana.
Benini è un esperto di lavoro che insegna alla Sapienza e cura il sito Work Magazine, con diversi libri all’attivo.
Tra le tesi di quest’ultimo studio, c’è quella — dati alla mano — sugli effetti della mancata formazione: in questo Paese lo Stato ha tagliato gli investimenti sulle conoscenze sul know how dei giovani. Benini nota anche come ci sia una correlazione proporzionale abbastanza stretta, in tutta Europa, fra impegno/disimpegno nel settore e conseguente occupazione/disoccupazione.
Ovvio che, in presenza di questa correlazione, l’investimento pubblico poi viene abbondantemente ripagato in termini di Pil o semplicemente di imposte: dato che, come, noto, un disoccupato contribuisce poco al gettito fiscale e ancor meno alla famosa ripresa dei consumi.
Il costo della inoccupazione è insomma più impattante del diabolico costo del lavoro.
A proposito, qui i casi sono due: o quest’ultimo lo riduciamo prima ai livelli polacchi, poi a quelli vietnamiti e infine a quelli africani, oppure lo valorizziamo rendendolo più prezioso di quello polacco, vietnamita e africano.
E l’unico modo per valorizzarlo è fare esattamente il contrario di quello che stiamo facendo, tagliando le capacità , le conoscenze, i know how.
(da “gilioli.blogautore.espresso.repubblica”)
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