CONTE C’E’ E PENSA AL BIS: CON IL PD, MAI PIU’ CON LA LEGA
SI METTE A DISPOSIZIONE DEL NUOVO CORSO: NON NECESSARIAMENTE COME PREMIER, PER LUI SI PARLA DI COMMISSARIO UE O MINISTRO DEGLI ESTERI
Giuseppe Conte c’è, per un progetto di governo M5s-Pd, magari come premier.
Non c’è, se si tratta di riesumare l’alleanza dei pentastellati con la Lega.
Mentre a Roma fervono accuse e trattative, al suo arrivo a Biarritz il premier dimissionario non perde tempo. Partecipa giusto alla riunione con i paesi europei che fanno parte del G7 e poi è subito fuori dall’hotel du Palais — dove alloggiano tutte le delegazioni – a dichiarare sull’Italia. Primo: “La stagione con la Lega è chiusa, non si riaprirà ”.
Secondo, sul Conte bis o Conte 2 che voglia chiamarsi: “Non è questione di persone ma di programmi ma serve un progetto riformatore per l’Italia…”. Stop alle domande.
Conte torna dentro dagli altri leader lasciando lo strascico di chi è pronto a favorire il nuovo corso: come premier per un Conte bis che a lui piace chiamare ‘Conte 2’. O in subordine come Commissario europeo, come ministro degli Esteri.
Poche parole non risolutive ma che chiariscono molto il quadro. Da Biarritz si chiude decisamente il secondo forno del M5s con la Lega. “Quella con la Lega è un’esperienza politica che io non rinnego”, dice Conte, ma ”è una stagione politica per me chiusa che non si potrà riaprire più per quanto mi riguarda”.
E si assesta su binari più certi la trattativa tra M5s e Pd, nonostante la netta contrarietà di Nicola Zingaretti a un un Conte bis.
Quando glielo si chiede, il premier dimissionario risponde così: “Non credo che sia una questione di persone ma di programmi. Quello che posso augurarmi per il bene del paese è che i leader delle forze politche, che in questo momento stanno lavorando per dare una prospettiva all’Italia, lavorino intensamente su alcuni temi. Io li ho indicati nel discorso al Senato perchè avendo maturato un’esperienza diretta di governo credo di poter indicare quali siano i temi e le soluzione di cui il paese ha bisogno: economia circolare, dobbiamo costruire oggi il paese del prossimo decennio, serve un piano di investimenti più robusto, dobbiamo lavorare per rendere il paese meno permeabile alla corruzione, serve un grande progetto riformatore, il paese ne ha bisogno e i nomi in questo momento sono secondari”.
“Non si torna indietro”, dicono i tifosi dell’accordo nel Pd e anche nel M5s. Si tratta solo di riempire tutte le caselle.
Partendo appunto da Conte, l’ingombro dell’intesa, ingombrante per Nicola Zingaretti, che continua a chiedere “discontinuità ” ma, anche per Luigi Di Maio, che ne teme l’ombra. Conte però non esce di scena, ma si propone, a disposizione.
I suoi fanno notare che #contebis è diventato primo trending topic su Twitter, sui social ‘spacca’, come si dice in gergo, nella riunione con la delegazione europea del G7, cioè con Francia, Germania, Gran Bretagna, Emmanuel Macron e Angela Merkel gli dimostrano molto affetto, dicono fonti di Palazzo Chigi.
Lo cercano sul dossier Libia. La crisi italiana non finisce sul tavolo delle discussioni tra i leader che si mantengono ufficialmente a distanza dagli avvenimenti politici di Roma. Ma naturalmente il clima è da respiro di sollievo perchè il sovranista Matteo Salvini è fuori dal governo italiano e il Belpaese potrebbe — questo l’auspicio di Bruxelles, secondo fonti diplomatiche europee – recuperare una fibra più europeista che fuga il rischio di Italexit.
Al tavolo della riunione di coordinamento europea c’è anche il neo-premier Boris Johnson, a testimoniare che l’Ue ha già una grana ancora tutta da risolvere con il Regno Unito, non può permettersi anche la grana italiana, che peraltro, in caso di voto anticipato a ottobre, scoppierebbe proprio in concomitanza della scadenza sulla Brexit (31 ottobre).
“Via il backstop (il meccanismo di salvaguardia degli accordi di pace tra Belfast e Dublino, ndr.) oppure sarà no deal”, avverte il nuovo inquilino di Downing Street appena arrivato a Biarritz.
Conte in questa fase rassicura. Incredibile a dirsi: solo un anno fa l’effetto era totalmente diverso nei consessi internazionali. Adesso, il presidente uscente del Consiglio europeo Donald Tusk — l’unica a esporsi finora — dice che Conte è “uno dei migliori esempi di lealtà in Europa. E’ sempre difficile difendere gli interessi nazionali e trovare soluzioni europee ma su di lui posso dire soltanto cose positive”.
Il premier dimissionario si gioca le sue carte, non tirandosi indietro, ma mettendosi a disposizione: col Pd, se serve. O anche come Commissario europeo, ipotesi che fino a ieri sembrava remota.
Lunedì scade il termine entro il quale Roma deve fare il proprio nome a Ursula von der Leyen, ma la presidente della Commissione è disposta a concedere altri giorni, data la crisi di governo in atto. “E’ interesse dell’Italia presentare presto una personalità per un ruolo così importante”, dice il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, “non ci sono pressioni, c’è un percorso che naturalmente dovrà avviarsi nel mese di settembre. Speriamo che il governo italiano sia pronto a indicare un proprio rappresentante”.
Dipenderà dal nome del premier. La trattativa per il nuovo governo va avanti carica dei segnali che arrivano da un G7 di Biarritz che è un fallimento per quanto riguarda l’organizzazione (zone rosse, divieti, poche navette per gli spostamenti, peraltro obbligatori, dei giornalisti da un centro stampa all’altro), fallimento anche per le conclusioni finali (non ci sarà un comunicato congiunto, ma ben 7 diversi, tematici, pesa l’ostracismo di Donald Trump come al solito). Ma evidentemente il summit organizzato dalla presidenza francese del G7 può contribuire a spingere la crisi di governo italiana un passetto avanti.
Ne approfitta Romano Prodi, sostenitore dell’intesa tra Pd e M5.
Nel suo editoriale di domani sul Messaggero, l’ex premier sottolineerà l’importanza di avere un’Italia solida su basi europeiste proprio per la sua presenza nel club dei G7 insieme a Francia, Germania e Gran Bretagna.
“Seguiamo con passione quanto sta avvenendo in Italia e se la crisi sarà superata positivamente avremmo riconquistato un posto di primo piano per il nostro Paese in Europa”, dice anche lo stesso Sassoli al meeting di Comunione e liberazione a Rimini.
“Non bisogna mai avere paura del confronto — continua a proposito delle trattative tra i Dem e i pentastellati – I parlamenti servono a questo. Noi siamo molto contenti che la scelta e il consenso della presidente von der Leyen siano stati così ampi e abbiano trovato anche delle solidarietà da parte, ad esempio, del M5s. E’ stato fatto tutto con grande trasparenza. E il dialogo è necessario. Perchè nessuno è autosufficiente. Chi pensa di essere autosufficiente credo che non sia utile in questo momento nè all’Europa nè all’Italia”.
Di fronte all’oceano di una Biarritz occupata dal vertice, deserta se non fosse per poliziotti, giornalisti e delegazioni, Conte non si tira indietro. Anzi.
(da “Huffingtonpost”)
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