CONTE SULLE ORME DI LETTA: “SCONFIGGERE LE CORRENTI PER RIFONDARE IL M5S”
STASERA INTERVERRA’ IN DIRETTA STREAMING
Raccontano che i dirigenti del Movimento 5 Stelle chiedano sommessamente ai loro colleghi: “Ma tu, Giuseppe, da quant’è che non lo senti?”. Per paura di dimostrare di non contare più nulla, non si sbilanciano.
Non arrivano a dire quella che è poi la verità : l’ex presidente del Consiglio in questi giorni non ha chiamato nessuno di loro. “Ha lavorato al progetto per il nuovo Movimento in modo molto coperto”, dice chi invece ci ha parlato, “per non fare favoritismi, per non dare adito a sospetti”.
Da solo, insomma, dopo il confronto a Bibbona con Beppe Grillo, ha costruito la nuova “carta d’identità ” del Movimento che giovedì 1° aprile alle 21.30 presenterà su Zoom all’assemblea dei gruppi parlamentari, agli eurodeputati e ai consiglieri regionali.
Un appuntamento che – è l’annuncio su Twitter dell’ex capo del governo – avverrà in diretta streaming, all’insegna, quindi, di quella trasparenza che segna quasi un recupero dello spirito originario.
Il primo punto, è lo schema di gioco: che torna a essere quello del sistema maggioritario di cui l’ex premier ha parlato anche con Enrico Letta, trovandosi – dicono – in sintonia sulla “prospettiva politica”.
L’avvocato del popolo affermerà quindi molto chiaramente qual è il campo di gioco in cui si muoveranno i nuovi 5 Stelle. Nel centrosinistra, tra i progressisti in Italia come in Europa, con uno sguardo a quella che sarà la prima sfida da vincere sia per Conte che per il nuovo segretario del Pd: le prossime amministrative di ottobre.
Dove va risolta la grana di Roma, ma restano altrettanto spinose quelle di Napoli (dove la candidatura di Roberto Fico non è ancora scontata), Torino, Milano, Bologna.
Il profilo del partito, che avrà nel simbolo la data del 2050 e non più la scritta “blog delle stelle”, ha due contorni definiti: la transizione energetica, anche per coprire politicamente quell’area che in Europa è rappresentata dai partiti verdi presenti e forti in molti parlamenti, e che in Italia invece hanno per varie ragioni stentato ad affermarsi.
Poi, l’idea di doversi rivolgere alle persone semplici. Non ripeterà il termine “populismo buono”, Conte, ma l’obiettivo è quello di mantenere lo stile comunicativo che aveva impostato a Palazzo Chigi durante i suoi due governi.
Conservando quindi anche un po’ dello spirito anti-èlite che tanto ha portato bene ai 5 Stelle delle origini. Vuole mantenere gli aspetti più innovativi del Movimento, l’ex premier, ma l’idea condivisa con i pochissimi interlocutori è di inserirli dentro a una concezione schiettamente di governo. Poco spazio, quindi, per l’impostazione di esuli come Nicola Morra, Barbara Lezzi, Alessandro Di Battista. Almeno per ora.
Prima di tutto questo, il nuovo leader dei 5 Stelle chiederà però a tutti un’assunzione di responsabilità : basta guerre fratricide, basta correnti che nascono ogni giorno con l’idea di diventare liste e magari salvare qualcuno dalla mannaia del limite del secondo mandato.
Ci sono due anni per ricostruire daccapo un partito e provare a giocarsi la sfida grande delle prossime politiche. Servirà una struttura che ancora non c’è. L’idea di affidarsi all’associazione Rousseau, pare definitivamente tramontata visto che Conte ha anche fatto cambiare avvocato al Movimento, dopo il passo indietro dello studio che seguiva sia i 5 Stelle che Davide Casaleggio per evidente conflitto di interessi.
Ma davanti agli eletti non basteranno le parole di incoraggiamento e la promessa di un futuro radioso: Conte dovrà rispondere a quei dirigenti che gli hanno chiesto apertamente di crearsi una segreteria.
Di scegliere delle persone che conoscono bene il Movimento che possano fargli da Virgilio, per coinvolgerle oltre che per rispettare quello che era stato il desiderio espresso dagli iscritti agli Stati generali. I parlamentari si aspettano di più di un discorso motivazionale.
Vogliono sapere come funzionerà il nuovo partito, chi sarà chiamato a fare cosa e che ne sarà di loro in futuro. Perchè l’idea delle deroghe per il tetto dei due mandati non è mai piaciuta a Beppe Grillo ed è difficile possa passare in un momento in cui un pezzo di identità deve pur restare, per non disperdere un patrimonio assottigliato, ma non scomparso. Conte tenterà di temporeggiare, su questo. Di non toccare la questione aspettando il momento giusto per farlo.
Non è detto, però, che un’assemblea così trepidante da avergli fatto anticipare la presentazione del progetto, glielo consenta.
(da “La Repubblica”)
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