CONTI BLOCCATI, SI PROFILA TRATTAMENTO DI FAVORE ALLA LEGA: LA LEGGE NON E’ UGUALE PER TUTTI
I SEQUESTRI SI FERMERANNO AD APPENA 2 MILIONI, NON VERRANNO TOCCATI GLI IMMOBILI E NEANCHE LE FUTURE ENTRATE… SOLI AI CITTADINI NORMALI PER UN DEBITO VIENE PIGNORATO IL QUINTO DELLO STIPENDIO
Basta urlare con arroganza all’attentato alla democrazia, alle toghe rosse, al “vogliono farci fuori” e, a differenza del cittadino comune che, se ha un debito verso lo Stato, verrà perseguitato per tutta la vita fino all’ultimo euro, si riesce a scapolare a un sequestro preventivo limitandolo al 5% dei soldi rubati.
E’ questa la prospettiva che si sta facendo strada a Genova, dopo il sequestro dei conti della Lega per un importo di corca 48 milioni, a seguito della condanna di Belsito e Bossi per truffa e della costituzione di parte civile del Parlamento.
Vi aggiorniamo sulle novità .
Fra gli inquirenti finiti nell’uragano mediatico in queste ore sta infatti prevalendo la linea “morbida”.
Ovvero: si congela ciò che era depositato al giorno in cui è stato ordinato il blocco (le operazioni saranno completate nelle prossime ore e non si supereranno i 2,5 milioni) e stop, senza innescare un’emorragia perenne fino a raggiungere quota 49 milioni.
Il denaro che entrerà dalle prossime settimane sui conti del Carroccio, resterà insomma fruibile dal partito.
Alla faccia dei creditori che così non saranno tutelati oltre questa cifra.
Non è un dettaglio da poco, e non è detto che ne abbiano chiara percezione in particolare tutti i vertici politici del movimento, perciò occorre fissare qualche paletto. Senza addentrarsi in poco digeribili tecnicismi, si può precisare che la decisione dei giorni scorsi, presa dopo la condanna a Umberto Bossi e Francesco Belsito per la maxi-truffa al Parlamento (decine di milioni di euro ottenute per fare tutt’altro fra 2008 e 2010) non contempla il congelamento di beni immobili, ma soltanto di liquidità .
Il che è perlomeno singolare: se un privato cittadino deve 48 milioni si vedrebbe pignorato non solo le somme in denaro, ma anche le proprietà immobiliari, ma evidentemente la legge non è uguale per tutti.
Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza genovese, che materialmente sta eseguendo il dispositivo, deve insomma esplorare tutte le ramificazioni locali della tesoreria leghista solo alla ricerca di denaro.
Solo in teoria per racimolare in toto i 48 milioni che, agli occhi di chi ha sanzionato il Senatùr e il suo ex cassiere, furono ottenuti indebitamente.
Ma le notizie confermate al Secolo XIX dicono che si resterà ben lontani dall’obiettivo pieno: dopo aver passato al setaccio il 70% dei conti correnti, le Fiamme gialle hanno messo insieme poco più di due milioni di euro.
E la più ottimistica delle proiezioni permette d’ipotizzare al più un altro mezzo milione nel carniere dello Stato.
Domanda: cosa succede con i soldi che potrebbero entrare dopo?
Si materializzerà un prelevamento continuo fino al tetto dei 49 milioni, il principale incubo di Matteo Salvini e dei suoi maggiorenti?
No, sebbene sulle prime i magistrati ci avessero pure pensato.
Succederà insomma che, dopo aver sequestrato ciò che era delle disponibilità della Lega Nord quand’è stato ratificato il sequestro, ci si fermerà .
Quasi come accade a un comune mortale che, in caso di debito verso lo Stato, si vede bloccare un quinto dello stipendio per tutta la vita.
Ieri in tribunale sono stati sentiti l’assessore allo Sviluppo della Regione Edoardo Rixi e il presidente del consiglio Francesco Bruzzone, entrambi big del Carroccio in Liguria imputati per le “spese pazze” nella precedente legislatura.
Tanto per restare in tema di truffe…
(da “Il Secolo XIX”)
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