CONTI BLOCCATI LEGA, INCONTRO PROCURA-LEGALI DEL CARROCCIO: “GARANZIE PER 2 MILIONI E SBLOCCHIAMO I FONDI”
MARONI RINGRAZIA LA PROCURA, NON SONO PIU’ TOGHE ROSSE… ORA BASTA UNA FIDEIUSSIONE PER il 5 % DELLA TRUFFA CONTESTATA
«Abbiamo esaminato gli aspetti di questo provvedimento. Adesso valuteranno loro cosa fare, se il ricorso al riesame o chiedere altre cose».
Lo ha detto il procuratore capo di Genova Franco Cozzi dopo un incontro, stamani, con i legali della Lega Nord dopo il sequestro delle somme dai conti correnti del partito. Il ricorso non è stato ancora formalmente presentato dalla Lega.
«La strada maestra – ha detto Cozzi – è quella della eventuale prestazione di garanzie: per esempio una fideiussione o con un immobile e così potrebbero ottenere lo svincolo delle somme».
«Questo dimostra la nostra piena consapevolezza della funzione essenziale che svolge un partito politico che si muove nell’ambito costituzionale e che deve poter svolgere la propria attività », ha aggiunto Cozzi.
Un incontro durato circa mezz’ora anche con i pm del pool reati contro la pubblica amministrazione. «È cancellato ogni risvolto politico – ha concluso il capo dei pm genovesi – l’incontro è andato tutto quanto sul piano estremamente tecnico».
Al momento le somme sequestrate ammontano a 1 milione e 800 mila euro. A operazioni completate, stanti le attuali disponibilità del partito, non si supereranno i 2 milioni e mezzo, a fronte dei 48 milioni e 900 mila euro che fanno parte dell’ordinanza di sequestro cautelare del Tribunale di Genova, in conseguenza delle condanne per truffa dell’ex segretario federale Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito.
Maroni: «Non è stata una decisione politica».
«Ho letto e ho colto con favore le dichiarazioni rilasciate dal procuratore di Genova, quando dice “Incontriamoci e troviamo una soluzione”: vuol dire che non è stata una decisione politica per ammazzare la Lega».
Così Roberto Maroni è tornato sul provvedimento con cui il Tribunale di Genova ha disposto il blocco dei correnti della Lega: «Oggi in procura a Genova spero che si trovi una soluzione».
In un’intervista al Corriere della sera, il procuratore capo di Genova, Franco Cozzi, aveva detto: «Il mio è un invito al confronto, perchè l’attività di un partito politico è un problema di rilevanza costituzionale: il mio auspicio è che si trovino delle soluzioni in un’ottica di confronto processuale».
Cozzi aveva ribadito anche quanto dichiarato nei giorni scorsi al Secolo XIX: «La Lega avrebbe potuto costituirsi parte civile nel processo a Bossi e Belsito e non l’ha fatto. Scelta legittima. Può però ora, in questa fase di processo differito, avanzare le proprie ragioni per tutelare l’attività del partito», aveva aggiunto. Oltre al ricorso, «può chiedere di poter far fronte alle esigenze primarie come pagare gli stipendi e affrontare le spese indispensabili».
Il blocco dei conti, aveva assicurato, «era obbligatorio. Una sentenza delle sezioni unite della Cassazione, il caso Gubert, stabilisce che il sequestro dei beni in caso di truffa ai danni dello Stato debba essere applicato a chi ha tratto beneficio dal reato. Al di là della posizione degli imputati questo profitto illegittimo è andato al partito».
«Il fatto è che la sentenza della Cassazione – aveva poi aggiunto – non ha considerato gli effetti che la confisca diretta dei beni può avere sull’ente pubblico. Colpire i beni finanziari in questo modo può provocare il collasso del soggetto e non è ciò che si vuole».
I partiti quindi non sono comuni cittadini, se truffano 48 milioni l’importante non è farglieli restituire, ma permettere che continuino a spenderli.
(da “il Secolo XIX”)
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