CONTRO LA DIETA DEL PUBBLICO IMPIEGO
IL SINDACATO DI DESTRA CONTESTA I TAGLI DI BRUNETTA…400 MILIONI SOTTRATTI AL CONTRATTO DEGLI STATALI
Fa specie che stamani, davanti al Ministero della Funzione Pubblica,si svolga una manifestazione-presidio del sindacato di destra, la UGL, contro il decreto 112. Mentre il ministro elabora strategie contro i fannulloni e istruisce pratiche per il rinnovo dei contratti dei burocrati, la UGL protesta contro i tagli ai fondi del pubblico impiego. Paola Saraceni, segretario generale della UGL statali, ci tiene a precisare che ci sono fannulloni e fannulloni, non si può generalizzare. Ci sono quelli che rubano lo stipendio e quelli che sono messi nella condizione di non lavorare. Il sindacato contesta anche il taglio agli incentivi distribuiti a pioggia, in quanto porterebbe migliaia di famiglie sotto la soglia della povertà e anche la stretta sulle visite fiscali con lo slogan ” No agli arresti domiciliari per i colleghi ammalati”. La settimana prossima si replica davanti al Ministero della Economia contro i tagli operati alle risorse per il settore pubblico, raccogliendo peraltro l’adesione del sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
La segretaria nazionale UGL, Renata Polverini, preannuncia un autunno caldo, in cui ci saranno manifestazioni pubbliche e assemblee nei luoghi di lavoro simbolo delle vertenze che stanno investendo interi comparti. La Polverini chiede un cambio di passo al Governo, di rivedere una linea politica che di fatto non sostiene i lavoratori dipendenti e i pensionati. Secondo la UGL ” i primi mesi del Governo Berlusconi non convincono, la manovra manca di una concreta azione a sostegno delle famiglie, di una incisiva iniziativa a favore del Mezzogiorno e di una tutela del potere d’acquisto di stipendi e pensioni che deve rimanere una priorità assoluta per il Governo”. Senza dimenticare il dramma della inflazione galoppante e la necessità di una equa pressione fiscale sulle famiglie italiane.
Capitolo a parte, la sottrazione di 400 milioni di euro al contratto degli statali per dirottarli alle Regioni, alle prese con il ticket sanitario. E’ la solita storia della coperta corta…tiri da una parte e ti scopri dall’altra.
Senza contare che applicare la meritocrazia, come dice Brunetta, nella pubblica amministrazione è attualmente una utopia. Chi sarebbero i dirigenti che dovrebbero giudicare i “sottoposti” ? Spesso burocrati raccomandati dai politici che hanno criteri di valutazione molto personali se non clientelari.
Ed è ridicolo minacciare la visita fiscale già dal primo giorno quando una visita costa 150 euro allo Stato. Non c’e’ una lira per cose serie, figuriamoci quante visite fiscali in concreto lo Stato si potrebbe permettere, giusto tre al giorno per ogni grande città . Forse sarebbe meglio evitare tante chiacchiere e puntare su pochi, ma raggiungibili obiettivi, magari inviando ispettori in giro per l’Italia a controllare qualità e quantità del lavoro pubblico.
Certe volte non è necessario minacciare la guerra atomica, bastano regole precise e controlli reali per evitare il peggio. E al peggio non c’è mai fine…
Leave a Reply