CONTRORDINE NEL PDL: DOPO LA RIVOLTA, SPARITA LA MULTA DI 10 EURO AI DEPUTATI ASSENTEISTI
LA PROPOSTA DI MULTARE CON 10 EURO I PARLAMENTARI ASSENTI INGIUSTIFICATI A CIASCUNA VOTAZIONE E’ GIA’ SALTATA… DOPO LA RIVOLTA DI DEPUTATI E SENATORI DEL PDL CHE TEMEVANO DI PERDERE QUALCHE SPICCIOLO… ORA I NOMI SARANNO SOLO SEGNALATI SUL SITO DI PARTITO CHE NON LEGGE NESSUNO…COME VOLEVASI DIMOSTRARE, AVEVAMO RAGIONE ANCHE QUESTA VOLTA
Alla fine Fabrizio Cicchitto e Italo Bocchino, come quegli autori di “Scherzi a parte” che, quando vedono che la vittima del loro trappolone si sta incazzando troppo, escono con il cartello “sei su Scherzi a parte”, rasserenando il soggetto ormai prossimo alla crisi cardiaca, hanno detto che la loro era solo “una provocazione”, uno scherzo insomma anche questo.
Eppure quando avevano comunicato alla stampa che, per evitare le troppe assenze ingiustificate alla Camera da parte dei deputati del Pdl che per ben 7 volte avevano fatto cadere in minoranza il Governo, si sarebbe proceduto alla multa pari a 10 euro per ogni voto mancato a carico dell’assenteista non giustificato, parevano col cipiglio dei tempi migliori.
Sembrava una dura battaglia decisa dai vertici del Pdl contro coloro che mettono in difficoltà il proprio schieramento, bigiando il voto in aula per la cui presenza sono pagati 15.000 eurini al mese. Sembrava una cosa seria, insomma, ma avevamo purtroppo ragione noi…
Passati appena pochi giorni, di fronte all’insurrezione di decine di deputati del PdL che sembravano di fronte a un “vile attentato alla Costituzione”, seminando una indignazione pari forse a quella che avrebbero espressa se avessero visto invadere il Parlamento dalle truppe del Cremlino negli anni della guerra fredda, è arrivato il “contrordine” di guareschiana memoria.
Avevano scherzato dai, una piccola provocazione su… ci avevate creduto eh? – sembravano i due dire a tutti coloro che si lamentavano, rabbrividendo di fronte alla possibile decurtazione di qualche centinaia di euro al loro stipendio di “appena” 15.000 eurini al mese.
Addio quindi alle multe e al fondo per l’adozione a distanza dei bambini del terzo mondo, cui sarebbero stati devoluti i soldi delle ammende.
Parole di fuoco erano volate contro l’idea dei vertici del PdL da parte dei peones, addirittura c’era chi aveva preso la parola in aula per informare tutto il Parlamento della trama ordita contro la libertà del singolo deputato.
Altri avevano studiato tecnicamente che la trattenuta delle multe da parte del proprio gruppo parlamentare non era legalmente sostenibile, tra un po’ ci sarebbero stati forse ricorsi alla Corte Costituzionale…
Erano arrivate parole di solidarietà dal Pd e dal partito di Di Pietro che, essendo notoriamente contro i privilegi della Casta, si era subito premurato di schierarsi con chi voleva mantenerli, in perfetta coerenza con il suo stile.
Si era scomodato persino Fini, rassicurando i suoi deputati “sull’orlo della crisi di nervi” che tutto sarebbe stato valutato con ponderazione. E alla fine ecco la soluzione italica e stracciona.
Niente più multe, semplicemente una citazione sul sito di partito (che non legge nessuno) circa le assenze dei deputati, ovvero un’eventuale ( molto eventuale…) pubblicizzazione dei nomi dei più assenti, attraverso l’acquisto di spazi pubblicitari su quotidiani.
Insomma alla fine non troverete questi nomi neppure nei siti del PdL, così vi mettete l’anima in pace fin da ora.
E poi questi sarebbero gli uomini che dovrebbero condurre la battaglia anti-Casta, per la moralizzazione della vita pubblica italiana?
Finiamo con un inciso. Qualcuno degli insorti ha detto ” Magari multano noi perchè ci perdiamo 4 votazioni su 100 in una giornata intensa, quando invece ci sono una trentina di deputati del PdL assenti cronici che non vengono mai o fanno votare i pianisti al loro posto”.
Benissimo, cari deputati, allora se lo sapete perchè non fate i nomi e cognomi?
Gli elettori hanno diritto di sapere chi ha preso il loro voto e non fa un cazzo, se non fate i nomi siete loro complici, inutile lanciare il sasso e ritirare la mano.
Ma vi rendete conto che siamo arrivati alla proposta ( ovviamente rimasta lettera morta) di far votare con l’impronta digitale invece che con la tessera magnetica, per evitare il voto dei pianisti? Ovvero per identificare chi realmente vota in un Parlamento, occorrono le impronte digitali, neanche fossimo in una riunione di malavitosi o in un carcere di pericolosi criminali.
E gli Italiani dovrebbero poi andare al’estero per farsi accomunare dalla stampa straniera ai politici intrallazzatori che fregano persino nelle votazioni?
Voi state scherzando col fuoco e non ve ne rendete neanche conto…
Tenetevi i vostri 10 miserabili euro, ma quando sarete sommersi di sputi nei vostri collegi elettorali, non chiedetevi il perchè… l’elettore di destra merita rispetto, non di essere preso per i fondelli.
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