COSI’ PARIGI HA MESSO ALLA PORTA I PRIVATI: “E ORA ABBASSEREMO LE TARIFFEâ€
MALAGESTIONE E SCANDALI: LE BOLLETTE ALLA FINE ERANO CRESCIUTE DEL 260%… LE AZIENDE NON REINVESTIVANO I LORO GUADAGNI PER MIGLIORARE IL SERVIZIO
Acqua privata, andata e ritorno.
Viaggio nel tempo della privatizzazione di una rete idrica: vedi alla voce Parigi.
Nel 1984 la capitale francese è stata tra le prime in Europa a dare in appalto il servizio.
E adesso è considerata pioniera nella difesa del pubblico.
Malgestione, accuse di corruzione, scarsa manutenzione e infrastrutture che cadono a pezzi, tariffe che in venticinque anni sono aumentate del 260%.
«Ci è sembrato doveroso offrire a tutti i cittadini un bene primario come l’acqua potabile alla migliore qualità e minor costo possibile» sintetizza Anne Le Strat, 43 anni, vicesindaco di Parigi.
Dal gennaio 2010 presiede la nuova compagnia “Eau de Paris” che ha riunificato sotto l’egida del Comune l’intera filiera idrica locale, con 861 dipendenti e un patrimonio stimato a 5 miliardi di euro.
Sul referendum di domani ha le idee chiare. «Serve un doppio sì» commenta Le Strat che è anche presidente del consorzio europeo Aqua Publica ed è venuta qualche giorno fa in Italia per partecipare alla mobilitazione.
La battaglia contro la privatizzazione dell’acqua è partita anni fa proprio in Francia, dove hanno sede alcuni dei giganti mondiali del settore come Veolia e Suez, presenti anche sul mercato italiano.
«Da noi le privatizzazioni sono andate molto avanti, ormai 70% della rete idrica nazionale è in appalto. Ma la controtendenza è cominciata» assicura Le Strat.
La marcia indietro di Parigi è stato un segnale forte.
L’allora sindaco Jacques Chirac aveva spartito la città . La rive droite a Veolia, la rive gauche a Suez.
Dal 1987 si era aggiunto un terzo operatore, Sagep, che in teoria avrebbe dovuto controllare i distributori privati.
In pratica, l’ente misto era partecipato dalle stesse imprese.
«Era un assetto illogico, che disperdeva le competenze, le responsabilità , e non garantiva trasparenza» ricorda Le Strat.
Sulla manutenzione, spiega, c’erano molte disfunzioni. «I privati non reinvestivano i loro guadagni per migliorare il servizio. Intanto, tutti i grandi lavori su acquedotti o infrastrutture continuavano a gravare sulle casse pubbliche».
Con l’elezione del socialista Bertrand Delanoe è arrivata la “rivoluzione blu”.
Fuori le multinazionali dell’acqua, avanti il nuovo ente pubblico.
«Abbiamo dimostrato che il privato non è più efficiente del pubblico e che, a parità di prezzo, siamo almeno allo stesso livello di qualità ».
Le Strat smentisce l’idea che rimunicipalizzare il servizio idrico abbia pesato sulle casse del comune.
Nel primo anno, “Eau de Paris” ha anzi realizzato un risparmio stimato a 35 milioni di euro rispetto alla gestione privata.
Delanoe aveva promesso ai 3,3 milioni di consumatori parigini di mantenere le tariffe bloccate fino al 2014.
«Ma i nostri risultati operativi sono stati talmente buoni che dal 1 luglio potremo già abbassare le tariffe dell’8%».
Le Strat ricorda con qualche ironia il momento in cui gli operatori privati hanno capito che non sarebbero più stati i padroni del ricco mercato parigino dopo un quarto di secolo.
«Erano scioccati dalla nostra decisione, ci hanno fatto molte pressioni».
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