CUCCHI, LA TESTIMONIANZA DEI CARABINIERI RIAPRE IL CASO: “I COLLEGHI HANNO MASSACRATO UN RAGAZZO ARRESTATO”
SMENTITA LA PERIZIA UFFICIALE: “AVEVA UNA FRATTURA LOMBARE RECENTE”
“Ricordo il maresciallo Mandolini arrivare in ufficio con passo veloce. In quel periodo ero al comando di Tor Vergata. Aveva la faccia tesa. “Come stai?”, gli chiesi. Si mise la mano sulla fronte: “È successo un casino, i ragazzi hanno massacrato un ragazzo arrestato”. Era preoccupato e scosso, mi salutò e andò nell’ufficio del mio comandante, Mastronardi”.
R. C., appuntato scelto dei carabinieri ricorda così quel 16 ottobre del 2009, il giorno successivo all’arresto di Stefano Cucchi.
La sua testimonianza e quella della collega, resa all’avvocato Fabio Anselmo il 14 maggio scorso e poi al procuratore capo Giuseppe Pignatone è registrata su un nastro. Ed è grazie a queste denunce che la procura di Roma ha riaperto il caso Cucchi e ha già iscritto nel registro degli indagati, dopo aver ascoltato 14 testimoni, tre carabinieri per falsa testimonianza.
Si tratta del maresciallo Mandolini, all’epoca dei fatti comandante della stazione Appia (dove sembra appunto essere avvenuto il primo pestaggio) e gli appuntati De Bernardo e D’Alessandro, in servizio in quella caserma.
R. C. non ha assistito al pestaggio, però dice cose importanti. “Non sapevo chi fosse Cucchi, ma quando in tv ho sentito della morte di quel ragazzo ho capito che la persona massacrata di botte era quella di cui parlava il maresciallo Mandolini che il 16 ottobre venne di corsa alla stazione Tor Vergata per parlare col mio comandante”.
E ancora: “Il figlio di Mastronardi, Sabatino, anche lui carabiniere alla stazione Tor Sapienza, parlando del caso Cucchi mi disse: “ho visto ‘sto ragazzo male male. Mamma mia come l’hanno ridotto”.
La notte dell’arresto Sabatino ha visto Cucchi massacrato di botte e mi disse che non volevano tenerlo nelle celle della caserma per come era combinato. “Me l’hanno portato messo male, era in pessime condizioni” “.
Quindi secondo la ricostruzione dell’appuntato, Cucchi fu portato, dopo la perquisizione a casa (che avvenne all’1.30 di notte e in cui i genitori lo videro “sano”), alla stazione Appia, picchiato e poi accompagnato alla caserma Tor Sapienza.
Federica Angeli
(da “La Repubblica”)
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