LOTTERIA SENATO, GRASSO INSOFFERENTE VERSO RENZI: “DECIDERO’ IO”
IL PRESSING RENZIANO GENERA UNA REAZIONE NEL PRESIDENTE DEL SENATO
Ciò che sembra perfino ovvio in tempi normali, in alcuni momenti “politici” può diventare dirompente. È il caso della frase, breve e asciutta, consegnata da Piero Grasso ai cronisti, dopo giorni in cui sono proliferate svariate interpretazioni del suo pensiero e interessate previsioni dei suoi atti, da tante improvvisate Cassandre: “Io dirigo l’aula. Quando sarà il momento deciderò io”. Punto.
Ciò che ovvio in tempi normali è significativo dopo che, per giorni, nel governo in parecchi hanno descritto Grasso intento a rassicurare palazzo Chigi sul destino, in Aula, del famoso articolo.
E dopo che, ad esempio, si è apertamente pronunciata (a favore di palazzo Chigi) la presidente della Commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro.
Grasso non ha ancora deciso, e deciderà in autonomia, sulla base di regole e precedenti.
Nel ribadire questa sua prerogativa fa capire che non ci sarebbe nessun conflitto istituzionale qualora la decisione fosse, ad esempio, il contrario di quel che pensano il ministro Boschi e la Finocchiaro.
E già questo è un dato politico non irrilevante.
Soprattutto dopo giorni in cui spifferi di palazzo Madama gli hanno attribuito posizioni nella quali non si riconosce.
E dopo giorni in cui i falchi renziani hanno esercitato forme di pressing, dirette o indirette, costringendolo a smentite che avrebbe volentieri evitato.
Ecco, questo elemento di fastidio emerge, connaturato alla natura rigorosa dell’uomo che per trent’anni ha fatto il magistrato in Sicilia negli anni più difficili delle guerre di mafia.
Pensare che le sue decisioni possano essere “politicamente” condizionabili e prese non in autonomia è solo una perdita di tempo.
Tempo invece che, secondo Grasso, dovrebbe essere impiegato a costruire l’unica via d’uscita che vede possibile: “Da questa situazione — è il suo pensiero — se ne esce solo con un accordo politico”.
E lo scouting in atto non si può certo definire una forma di accordo politico. Per questo sperava che il frutto della riunione di Renzi con i senatori portasse a un accordo solido. E invece è prevalso lo schema dei falchi del premier, fatto di caccia al voto del singolo senatore per andare alla conta.
Bastava ascoltare le parole di Lotti alla festa dell’Avanti: “Se ci sarà bisogno ci rivolgeremo ad altre. E Verdini è un senatore come gli altri”.
È esattamente una via, questa, su cui il presidente del Senato mantiene tutte le sue perplessità e un crescente pessimismo della ragione privato, opposto all’ottimismo della volontà mostrato in pubblico.
Tutto sta precipitando verso una drammatica conta.
Drammatica per il Pd ma anche per tutto il Parlamento. Perchè, ha lasciato intendere Grasso nei giorni scorsi, con un accordo solido che si fonda su una maggioranza ampia, non è difficile superare l’ostruzionismo di migliaia di emendamenti.
Gli strumenti ci sono, eccome. Ma il dibattito politico non sembra andare in questa direzione, quella dell’accordo.
Anzi, va nella direzione opposta.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply