DAGLI IMMOBILI FANTASMA UN GETTITO FISCALE DI DUE MILIARDI: DA QUANTI DECENNI LO STATO AVEVA RINUNCIATO A QUESTO INTROITO?
BEN 1.082.000 GLIM IMMOBILI MAI DENUNCIATI, 817 MILIONI DI RENDITA CATASTALE, 472 MILIONI DI TASSE ANNUALI EVASE
Un tesoretto inaspettato da 2 miliardi di euro, ben nascosto in un milione e 82 mila immobili fantasma, scovati e riportati alla luce del Catasto (e del Fisco) da un’azione capillare e super-tecnologica dell’Agenzia del territorio.
Mille persone, otto mesi di lavoro sul campo, per indagare 818 mila particelle, ovvero pezzetti di terreno su cui negli anni si è costruito in totale libertà , a cui aggiungere quelle relative ai contribuenti che si sono autodenunciati entro lo scorso aprile.
Risultato: individuati oltre un milione di fabbricati totalmente sconosciuti che valgono 817 milioni di euro di rendita catastale e 472 milioni di tasse per l’anno in corso (tra Imu, cedolare secca, imposta di registro).
Considerati gli arretrati (fino a 5 anni di retroattività per le tasse non pagate), il tesoretto potrebbe davvero centrare quota 2 miliardi di euro.
Entro giugno, poi, il lavoro sarà completato, fino alla quota record di 2,2 milioni di particelle resuscitate.
Tasse comprese.
Il metodo è quasi banale: sovrapporre le ortofoto aeree ad alta risoluzione del territorio italiano alla cartografia catastale.
E poi segnare con un puntino rosso i tetti che prima non c’erano.
Scovare i fantasmi del mattone è nient’altro che il frutto di questa operazione.
Nella pratica, un enorme lavoro.
Tecnologico, innanzitutto: la Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ha messo a disposizione, gratis, le foto all’Agenzia del territorio, che però ha dovuto adeguare la propria cartografia, un tempo solo cartacea, ora “vettorializzata”, ovvero digitalizzata ad altissima risoluzione.
E lavoro pratico, poi: mille uomini dell’Agenzia in giro a svelare le incongruenze dei due scatti.
I RISULTATI
Nel mirino sono entrate oltre 2,2 milioni di particelle (pezzetti di terreno), identificate nel 2011 come sospette, di cui 1,8 milioni già controllate (le restanti lo saranno entro giugno), anche grazie a più di un milione di contribuenti che si sono autodenunciati al 30 aprile dello scorso anno.
Se si escludono le particelle che non richiedono di essere accatastate (spianate, ruderi, case in corso di costruzione) e quelle che i tecnici dell’Agenzia non sono riusciti a controllare perchè inaccessibili (costruzioni con mura di cinta alte, parchi, cancelli, alberi), l’intera operazione ha portato alla luce un milione e 81 mila immobili fantasmi, inesistenti per la banca dati del Catasto e a Fisco zero. I proprietari non hanno mai versato un euro di tasse.
TIPOLOGIE DI IMMOBILI
Un terzo delle nuove strutture (34%) è costituito da abitazioni e quasi un terzo (31%) da magazzini. Il resto si divide tra autorimesse (18%) e “altro” (17%).
La categoria “altro” è molto interessante anche perchè ad essa fa capo il 72% della nuova rendita catastale rilevata (tra definitiva, in quanto autodenunciata, e presunta), ovvero 585 su 817 milioni totali.
Un importo rilevante, spiegabile proprio perchè dentro “altro” ci sono stabilimenti industriali, uffici e negozi.
CHI NASCONDE DI PIÙ
Nella classifica delle Province e Regioni con più “fantasmi” vince Bari per i magazzini (13.003), Cosenza per le abitazioni (18.801), Cuneo per “altro” (12.817), Perugia per le autorimesse (6.502), Napoli come Provincia sul totale (37.519), la Sicilia come Regione (153.276), Trapani come rendita catastale totale (88,5 milioni di cui 85 in “altro”), Salerno per le particelle ancora da verificare (42.788).
Un’Italia che appare spaccata in due: al Nord più capannoni e negozi, al Sud più case.
LE PREVISIONI DI GETTITO
Il Dipartimento delle Finanze stima che la maggiore rendita catastale, ora regolarmente iscritta (817,39 milioni), determinerà per quest’anno un gettito aggiuntivo di circa 472 milioni di euro, così diviso: 356 milioni ai fini Imu (anche sulla prima casa), 110 milioni da Irpef e cedolare secca (affitti), 6 milioni dall’imposta di registro su canoni di locazione.
A questo importo, quasi mezzo miliardo, vanno aggiunte le somme recuperabili in modo retroattivo, fino a 5 anni, a meno che il proprietario non dimostri che l’immobile ex-fantasma esiste da meno tempo. La cifra di 2 miliardi totali, un vero e proprio tesoretto, non è considerata del tutto peregrina.
IL RUOLO DEI COMUNI
Pagate le tasse dovute, spetterà ai Comuni esprimersi sulla regolarità delle nuove costruzioni e decidere se abbattere o condonare le irregolari. A Roma, scovate 32 mila strutture in tutto (di cui 12.711 case), a Milano 12 mila (3.701 case), a Napoli 37 mila (17.849 case).
Questi «straordinari risultati», ha commentato Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del territorio, «sono stati resi possibili per effetto di soluzioni organizzative e tecnologie innovative mai utilizzate prima».
Valentina Conte
(da “La Repubblica”)
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