DALL’ITALIA PARTE LA BRIGATA KALIMERA: TUTTI A SCUOLA DA TSIPRAS
DA VENDOLA A CIVATI, DA FERRERO A FASSINA: TUTTI IN GITA POLITICA IN GRECIA PER STUDIARE IL SUCCESSO DI SYRIZA
L’allegra brigata ha deciso di chiamarsi Kalimera. In greco significa “buongiorno” e il 25 gennaio, data delle elezioni che, secondo tutti i pronostici, vedranno Alexis Tsipras e la sua sinistra radicale al governo della Grecia, dovrebbe essere un buongiorno per tutti, in Grecia e in Europa.
E così, i partiti della sinistra italiana, le associazioni, i singoli che si sono riconosciuti, alle scorse europee, nella “lista Tsipras”, hanno deciso di intraprendere un viaggio organizzato.
Come spiega Raffaella Bolini, dell’Arci, tra le promotrici dell’iniziativa, alla conferenza stampa di presentazione, “pensavamo di essere una trentina e invece abbiamo già superato i 200”.
L’allegra brigata è pronta a partire, quindi.
Non siamo al racconto di Nanni Moretti nel film Bianca: “A un certo punto decidemmo di andare tutti in Portogallo — racconta il professore Michele Apicella — non ricordo perchè, ah sì, per andare a vedere un colonnello. Si chiamava Otelo de Carvalho”.
Era il 1974 e la rivoluzione era quella dei Garofani.
Frotte di giovani italiani si recarono a Lisbona per sentirla da vicino. Lo faranno ancora con la Cina, affascinati da Mao e dal suo “sparate sul quartiere generale” tornando in Italia muniti del libretto rosso.
Oggi, più sobriamente e con meno tumulti, si va ad Atene perchè, come dice Luciana Castellina, “madre nobile” del viaggio, “si va a vedere una sinistra che vince”.
Tsipras, dunque, è il nuovo faro che illumina la via.
“Faremo come in Russia”, si diceva a inizio del ‘900 sull’onda della rivoluzione d’Ottobre. Ora si punta a fare come in Grecia.
L’allegra brigata è in effetti una coalizione multiforme, quasi poco assortita.
Nella presentazione che si è svolta alla Camera dei deputati, con la ritualità degli interventi uno dopo l’altro, si sono alternati Nichi Vendola e Paolo Ferrero, Pippo Civati e Antonio Ingroia, l’eurodeputata del Prc, eletta con la lista Tsipras, Eleonora Forenza ma anche il dissidente Pd Stefano Fassina.
A tenerli insieme, per ora, c’è solo un viaggio e un’attrazione convinta per l’esperimento di Syriza in Grecia, “l’alternativa di governo” secondo Vendola o “la sinistra di governo” per Civati. La sua vittoria “rafforzerà i lavoratori” spiega Ferrero mentre Fassina vede nel 25 gennaio una “prova di democrazia contro le ingerenze europee”.
Fin qui tutti d’accordo.
Ma la domanda che corre nella sala, e nelle attese di molte persone è sempre la stessa: riusciranno tutte queste componenti, personalità , rivoli di sinistra sparsa qua e là a dare corpo a una proposta politica in grado di stare nella battaglia italiana? ”.
Di questo si discuterà a Bologna dove la lista Tsipras si è data appuntamento per decidere cosa fare in futuro.
Aprire a un processo costituente di una sinistra democratica oppure divenire un altro partitino della sinistra?
Il dibattito proseguirà la prossima settimana, a Milano, dove Sel organizza la sua Human Factor, un dibattito a più voci che si pone il problema di un’altra sinistra. Fin qui le intenzioni. Poi, però, ci sono i problemi.
Cosa farà la sinistra Pd insofferente a Renzi dipende, dicono in molti, da come si svolgerà la battaglia del Quirinale.
Più a sinistra si scontano i rapporti mai appianati tra Sel e Rifondazione, figli della stessa storia politica eppure cugini arrabbiati gli uni con gli altri.
Meno esplicitato ma visibile, c’è un problema generazione, “una seconda fila di trenta-quarantenni che vorrebbe prendere in mano le sorti della sinistra” come dice uno dei partecipanti”.
I partecipanti arriveranno in Grecia il 22 gennaio e poi, il 25 attenderanno i risultati. Quando torneranno dovranno dimostrare di essere davvero in grado di “fare come in Grecia”.
Salvatore Cannavò
(da “il Fatto Quotidiano”)
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