DE FALCO: “DI MAIO NON CONSULTA LA BASE SULLA TAV PERCHE’ A LUI INTERESSA SOLO MANTENERE IN VITA IL GOVERNO”
“SULLA DICIOTTI NESSUNO CONOSCEVA LE CARTE E SI VOTATO, SULLA TAV SI DISCUTE DA ANNI E NON SI CHIEDE L’OPINIONE DEI MILITANTI”
Una strategia pilatesta come nel caso della Diciotti? Perchè no: intanti i trucchetti li conosciamo tutti.
“A Di Maio non interessa l’opera ma mantenere in vita il governo. E otterrà questo risultato facendo parlamentarizzare la questione Tav, che invece è questione di carattere puramente esecutivo ed attiene al ruolo specifico del governo: è il governo, infatti, che deve ora prendere su di sè la responsabilità di questa fase”.
Parola di Gregorio De Falco, senatore ex M5s ora nel gruppo Misto.
De Falco sembra far riferimento al passaggio contenuto nella lettera inviata dal vicepremier 5 Stelle ai parlamentari del Movimento in cui si fa cenno alla necessità di un “passaggio parlamentare per il no definitivo all’opera”.
“Così – ragiona il capitano di fregata – Di Maio scaricherà tutta la responsabilità sui gruppi parlamentari 5 Stelle i quali in Parlamento sulla Tav sono notoriamente in minoranza”.
Il senatore fa un confronto con quanto accaduto per il caso Salvini-Diciotti, sul quale il M5S ha, invece, interpellato la propria base per dirimere la questione: “In quel caso, sebbene si trattasse di rendere un giudizio su una vicenda complessa di cui all’esterno della Giunta per le immunità non si conoscono nè i fatti nè i documenti, si è chiesto agli iscritti rete di esprimersi, tramite un quesito suggestivo proposto tramite la piattaforma Rousseau. Il 40% di voti a favore del processo al ministro è stato un risultato addirittura inatteso”.
“Invece, nel caso del Tav Torino-Lione, opera di cui l’opinione pubblica discute da anni, non si chiede nulla alla rete, preferendo rivolgersi ai gruppi parlamentari del M5s, la cui posizione No Tav è notoriamente minoritaria in Parlamento. In tal modo Di Maio ottiene di non mettere in crisi il governo, sebbene accetti di mettere in minoranza i gruppi parlamentari”, conclude De Falco.
(da Globalist)
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