DE VITO, IL PASSEPARTOUT: COSI’ I PALAZZINARI SONO ARRIVATI AI GRILLINI
I CONTATTI CON PARNASI, LE PRESSIONI SIU FRONGIA E FERRARA E ORA ANCHE ACEA NEL MIRINO DEI GIUDICI
“Una conoscenza al Comune, sai, fa sempre comodo, non si nega a nessuno “. Era questo lo slogan con quale Camillo Mezzacapo procacciava clienti, per lo più costruttori, ai quali offrire l’assistenza di Marcello De Vito.
I due sono stati arrestati ieri per corruzione. E quell’amico in Comune era proprio il presidente dell’Assemblea capitolina, uno che, stando alle carte, in cambio di soldi era disposto a spostare l’ago della bilancia per favorire chi foraggiava, chi metteva mano al portafoglio.
Il sistema, sempre lo stesso, una serie di consulenze allo studio legale di Mezzacapo, quello dove lavorava anche De Vito prima di entrare in Campidoglio. E da quella posizione, a accordo raggiunto con i corruttori ( Parnasi, Statuto e Toti), il presidente del Consiglio comunale contattava chiunque servisse per aiutare gli “amici”. D’altronde, come diceva Mezzacapo: ” I politici ce li abbiamo”.
L’assessore Montuori
Nel mirino di De Vito, ovviamente, c’è l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, che è un personaggio strategico per i suoi “clienti” costruttori. Non a caso i pm lo hanno interrogato ieri pomeriggio come persona informata sui fatti.
La ricostruzione dei carabinieri di via In Selci, coordinati dall’aggiunto Paolo Ielo e dai sostituti Luigia Spinelli e Barbara Zuin, spiega come De Vito lo avvicini in più occasioni.
Lo fa di sicuro, si legge nell’ordinanza, a proposito dell’ex stazione di Trastevere dove il gruppo Statuto voleva costruire un albergo.
De Vito si dà parecchio da fare e, tramite il capo segreteria di Montuori, Gabriella Raggi, cerca di condizionare il via libera a costruire.
Non è l’unico episodio che coinvolge il componente della Giunta e il suo entourage. Il 29 maggio 2017, ad esempio, Davide Bordoni e Marcello De Vito vanno a pranzo in un ristorante vista Colosseo insieme a Davide Zanchi, amministratore di varie società che si occupano della gestione di centri commerciali.
Quest’ultimo, come i Toti, è interessato alla questione degli Ex Mercati Generali. Durante il pranzo, registrano i carabinieri, alle 13.38 De Vito chiama Montuori. Chiosa il gip Maria Paola Tomaselli: ” Appare opportuno evidenziare che De Vito dal 30 settembre 2016 a quel momento, ha avuto solo 5 contatti telefonici con l’assessore ” . Per il giudice è una prova, l’ennesima, che De Vito traffica in tutti i modi per aiutare i Toti (a fronte di una consulenza da 110 mila euro allo studio Mezzacapo).
L’ex capogruppo Ferrara
La rete intessuta da “mister preferenze” arriva anche altrove nel Movimento Cinquestelle, in particolare all’ex capogruppo Paolo Ferrara e all’ex vicesindaco, oggi assessore allo Sport Daniele Frongia. E così se Parnasi, a proposito della Fiera di Roma dice: “Insomma, io questa operazione la voglio fare se ho la copertura politica della città ! L’ho anche accennato a Paolo che ho incontrato ” , Frongia è una delle persone che Parnasi contatta per i suoi interessi. Con Ferrara parla anche De Vito a proposito degli Ex Mercati generali, tema di interesse dei Toti.
Ancora un volta Acea
Come già accaduto nella prima inchiesta sullo stadio (durante la quale fu arrestato il presidente Luca Lanzalone), Acea è centrale anche in questo spin- off. Parnasi parla spesso del contenzioso con l’azienda che ha forse dato il via al suo sistema corruttivo. Non a caso ieri, i carabinieri di via In Selci hanno perquisito la sede della società e anche l’abitazione dell’amministratore delegato Antonio Donnarumma.
Secondo gli inquirenti, non solo era uomo molto vicino a De Vito, ma avrebbe avuto un ruolo nel trasloco della sede dell’azienda nel Business Center di Tor di Valle.
(da “La Repubblica”)
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