DICEVA “LE IDEE DI SALVINI RISPECCHIANO LE MIE”, E’ FINITO IN GALERA
EX MISSINO, SINDACO DI MONREALE E PARLAMENTARE: CACCIATO DALL’ARS PER UNA CONDANNA DEFINITIVA ERA DIVENTATO UNO DEGLI UOMINI DI FIDUCIA DI SALVINI IN SICILIA
Un ex missino con una lunga militanza fra i banchi della destra all’Ars. Eletto per la prima volta nel 1994 nella lista di Alleanza democratica, ha attraversato poi con An e Pdl ben quattro legislature.
Alternando il suo impegno politico a Sala d’Ercole a quello di sindaco del suo paese, Monreale, che ha guidato due volte.
Il viaggio di Salvino Caputo, avvocato penalista, mai assessore ma fra i volti più noti della politica di Palazzo dei Normanni, sembrava essersi interrotto nel giugno del 2013 quando decadde dall’Assemblea in seguito a una condanna per tentato abuso d’ufficio: da primo cittadino monrealese, secondo i giudici, cercò di fare annullare alcune multe quando era sindaco.
Fu la prima applicazione della legge Severino in Italia. Malgrado il processo in corso, qualche mese prima, Caputo era stato scelto come componente della commissione antimafia dell’Ars.
L’appello, un paio d’anno dopo, confermò la sentenza del tribunale, e l’ex An rimase ai margini della vita politica malvolentieri, attendendo il momento per un difficile rientro.
Nel frattempo, finì pure dentro l’inchiesta che ha visto protagonista il manager palermitano Faustino Giacchetto: secondo l’accusa, Giacchetto aveva finanziato in modo illecito la campagna elettorale di Caputo del 2008. Ma il caso si è risolto con una prescrizione.
L’occasione del rientro, a Salvino Caputo, l’hanno fornita, all’inizio del 2017, i colonnelli siciliani di Salvini.
Alessandro Pagano, coordinatore della Sicilia occidentale del Carroccio e adesso coinvolto nell’inchiesta, lo ha voluto come commissario “straordinario ed unico” per i Comuni della provincia di Palermo.
Lui, Caputo, spiegò la sua scelta con un fatto di “passione”: “Le idee di Matteo Salvini rispecchiano molto le mie, mi ha appassionato la sua voglia di stare tra la gente, la sua disponibilità ”.
E via, verso una nuova avventura culminata solo qualche mese fa, alle Regionali, non con la propria candidatura — impedita dalla legge — ma con quella del fratello Mario, anche lui avvocato. Ma nel collegio di Palermo, nella lista della Lega, i Caputo hanno dovuto cedere il passo ad Antonino Rizzotto. Per entrambi i salviniani monrealesi, adesso, l’onta dei domiciliari.
(da “La Repubblica”)
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