DISOCCUPATO RICEVE LO SFRATTO, SI BUTTA DALLA FINESTRA E MUORE
“NESSUNO SARA’ LASCIATO INDIETRO” RIPETE LA POLITICA, MA LA GENTE MUORE NELL’INDIFFERENZA DELLE ISTITUZIONI
Non aveva un lavoro; era costretto a vivere grazie alle pensione di invalidità del fratello e al vitalizio dell’anziana madre.
Quando l’ufficiale giudiziario gli ha notificato lo sfratto esecutivo è crollato.
Ha aperto la finestra e si è gettato dal terzo piano.
E’ morto a 32 anni, “spinto” dalla disperazione di dover abbandonare la casa tra due giorni.
L’uomo era originario di Uscio, piccolo comune nell’entroterra di Genova, ma viveva a Cairo, nel Savonese, in un palazzo di via Pighini, non distante dalla caserma dei carabinieri di Cairo Montenotte.
Il corpo è finito in un giardino. Inutili i soccorsi.
Il sindaco si difende. Una banale questione amministrativa non gli permetteva di aiutare la famiglia del disoccupato: “E’ una tragedia – spiega il sindaco di Cairo Fulvio Briano – ma l’uomo e la famiglia avevano mantenuto la residenza nel Genovese: per questo motivo il Comune aveva le mani legate perchè possiamo aiutare solo chi è residente. Il problema degli sfratti è davvero difficile anche per i cairesi. E’ un’emergenza sociale senza fine. Proprio questa settimana sono in corso le procedure di sfratto per altre due famiglie che hanno bambini piccoli”.
Il commento del ns. direttore
Ricordiamo i governi precedenti e i loro slogan: “nessuno sarà lasciato indietro”: in realtà li hanno lasciati tanto indietro che non si sono neanche più accorti che esistessero.
Invece che preoccuparsi del lavoro che non c’è e della disperazione di milioni di italiani, la politica discute da mesi se restituire o meno 250 euro di media di Imu a chi magari può tranquillamente pagarlo o fa promesse demagogiche sapendo di non poterle mantenere.
La gente muore mentre governo e finta opposizione parlano di riforme elettorali e di diarie, concetti lontani mille miglia dai problemi reali della gente comune e del comune sentire.
Incapaci di assistere chi è allo stremo delle forze, sia esso il piccolo imprenditore o il giovane disoccupato, incapaci di scelte coraggiose, incapaci di dire agli italiani verità scomode.
Incapaci di dare esempi di vita.
Un italiano su due non va neanche più a votare, due italiani su tre esprimono un atteggiamento di protesta in vario modo.
Un essere umano che si toglie la vita per indigenza dovrebbe suscitare in costoro un minimo senso di colpa: invece riescono solo a scaricare su altri la loro mancanza di solidarietà umana, trincerandosi dietro la burocrazia.
Una destra sociale dovrebbe iniziare da qui: da una comunità nazionale solidale, dal lavoro, dai giovani, da un approccio alla politica come servizio, dalla tutela delle fasce più deboli.
Nella nostra concezione del mondo, un ragazzo di 32 anni ha diritto a vivere.
Non a morire di povertà .
E chi più ha, più deve dare.
E chi ha più responsabilità , più deve fare.
Leave a Reply