E DA OGGI I PARLAMENTARI SI GODONO LE MERITATE VACANZE
QUEST’ANNO IL MINIMO STORICO: “SOLO” 27 GIORNI PER I DEPUTATI, 29 PER I SENATORI
Come scolari impazienti all’ultimo giorno di scuola, alle cinque del pomeriggio, approvata la spending review e onorata la memoria di Renato Nicolini, i deputati raggiungono di corsa i trolley stipati nella zona guardaroba accanto al ristorante, tra baci, abbracci, «ci sentiamo!», e infine sgattaiolano via, verso la stazione Termini e l’aeroporto.
Il Parlamento chiude per ferie.
La Camera riaprirà i battenti il 3 settembre con i primi lavori delle commissioni, l’aula schiuderà le sue porte il 5; il Senato il 4 settembre ripartirà con le commissioni, mentre la prima seduta si terrà giorno 6, tra 29 giorni.
Sono, statistiche alla mano, le vacanze più corte degli ultimi anni, forse di sempre, ma è comunque quasi un mese di riposo: 27 giorni a Montecitorio, quattro giorno in meno rispetto all’anno scorso.
Erano 31 nel 2011, 33 nel 2010, 40 nel 2009, 38 nel 2008 e nel 2007; addirittura 47, dal 3 agosto al 18 settembre, nel 2006.
Ma era davvero un altro mondo.
La crisi morde e impone al Parlamento vacanze vigilate (del resto il premier Mario Monti a Der Spiegel ha detto che farà sei giorni in tutto), al punto che ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini ha specificato che tutti i gruppi parlamentari hanno dato la loro disponibilità ad assicurare la reperibilità dei deputati entro 24 ore nel caso la situazione finanziaria precipitasse, rendendo necessaria l’approvazione urgente di provvedimenti economici.
Insomma, meglio evitare i viaggi all’estero.
«La Camera resterà comunque attiva», ha precisato Fini.
Infatti, «alla luce della perdurante instabilità », l’ufficio di presidenza della Commissione Bilancio — ha messo nero su bianco il presidente Giancarlo Giorgetti — «ha unanimamente condiviso l’esigenza di mantenere, durante l’intero mese di agosto, i contatti anche di tipo informale, tra i rappresentanti del governo e la commissione, al fine di garantire che le Camere tempestivamente informate in merito ad ogni circostanza rilevante per la finanza pubblica».
Uguale preallerta vige anche a Palazzo Madama, dove il presidente Renato Schifani ha spiegato che «l’aula potrà essere convocata in qualsiasi momento».
I primi a tornare a lavoro saranno in ogni caso i membri del Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali, che al Senato sta mettendo mano a una riforma della legge elettorale nel tentativo di abortire il famigerato Porcellum.
Ora, molti deputati non hanno aspettato certo ieri per andare in ferie, una buona parte lo è già dalla fine della settimana scorsa.
Ieri erano in 479 su 630 i presenti al momento del voto sulla spending review, con vuoti più marcati nell’emiciclo destro che in quello sinistro, e al Senato, per ritorsione alle frasi di Monti sullo spread a 1200 con Berlusconi, il Pdl ha fatto mancare il numero legale per ben quattro volte: e ciò, regolamento alla mano, certifica la fine della seduta.
Al presidente di turno Emma Bonino non è rimasto altro che dichiarare chiusa anzitempo la seduta, l’ultima prima della pausa estiva.
Tutti in vacanza, e mai come stavolta, tallonati dall’antipolitica, i deputati hanno cercato di mantenere un profilo di sobrietà .
«Io trascorrerò tutte le ferie nella mia Belluno, in giro per il territorio, mentre prima di diventare deputato, nel 2001, chiudevo lo studio di avvocato per un mese intero», giura il pdl Maurizio Paniz.
Il democratico Ermete Realacci si concederà dieci giorni in Croazia, «e come Fantozzi partirò a Ferragosto: un tempo me ne stavo settimane a fare pesca subacquea in Sardegna», facendo tuttavia notare che i parlamentari francesi, inglesi e tedeschi «sono già in vacanza da tempo».
Concetto Vecchio
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