ELON MUSK È UN TOSSICO SVALVOLATO, MA SUI RAPPORTI TRA EPSTEIN E TRUMP NON HA TUTTI I TORTI: IL TYCOON ERA UN GRANDE AMICO DEL FINANZIERE PEDOFILO NEWYORKESE, MORTO (UFFICIALMENTE) PER SUICIDIO NEL 2019
IL NOME DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO, INSIEME A QUELLO DEI FIGLI IVANKA, DONALD JR ED ERIC, ERA NELLA RUBRICA TELEFONICA DI EPSTEIN. DONALD VIENE CITATO A BORDO DEL FAMIGERATO “LOLITA EXPRESS” TRA IL 1993 E IL 1994 … NEL 2024 UNA DELLE PRESUNTE VITTIME DI EPSTEIN, SARAH RANSOME, RACCONTÒ CHE UNA SUA AMICA “ERA UNA DELLE TANTE RAGAZZE CHE AVEVANO AVUTO RAPPORTI SESSUALI CON TRUMP
Gli “Epstein files” sembrano l’unica cosa a interessare gli americani,
ventiquattr’ore dopo il clamoroso scontro tra Elon Musk e Donald Trump. Il miliardario sudafricano aveva parlato su X di «vera grande bomba»: «Donald Trump — aveva scritto giovedì — è nei file di Epstein. Questa è la ragione vera del perché non sono stati resi pubblici. «Segnatevi questo post — aveva aggiunto poco dopo — la verità verrà fuori». Poi aveva messo «sì» al commento di un follower che chiedeva se a questo punto Trump dovesse essere sottoposto a impeachment
Due deputati democratici — Stephen Lynch, del Massachusetts, e Robert Garcia, della California — hanno chiesto alla ministra della Giustizia Pam Bondi e al direttore dell’Fbi Kash Patel di accertare il ruolo del presidente: «Va chiarito subito se questa accusa sia vera e perché non sia stato pubblicato altro », dopo le cento pagine rivelate a febbraio.
Gli “Epstein files” sono una vasta raccolta — oltre duemila pagine — di documenti giudiziari, agende, contatti telefonici, registrazioni legate al finanziere newyorkese Jeffrey Epstein, arrestato nel luglio 2019 per traffico sessuale di minorenni e trovato morto in cella un mese dopo.
Gli investigatori hanno stabilito che il finanziere si è suicidato ma i complottisti trumpiani di Maga sono convinti sia stato eliminato per non compromettere big del mondo liberal, dall’ex presidente Bill Clinton al co-fondatore di Microsoft Bill Gates al filantropo George Soros. Epstein era stato accusato di aver creato, all’inizio degli anni duemila, un harem di ragazzine, anche di 13 e 15 anni, per soddisfare i piaceri sessuali di un ristretto giro di amici.
I principali file dell’inchiesta sono quattro. Il “Black Book”, la rubrica personale di Epstein in cui il milionario aveva segnato centinaia di numeri di telefono di personaggi influenti, dall’ex premier britannico Tony Blair all’ex primo ministro israeliano Ehu
Barak, i magnati Les Wexner, Richard Branson e Rupert Murdoch, gli attori Alec Baldwin, Chris Tucker, il cantante Mick Jagger e lo stilista Tom Ford.
Il secondo file riguarda il “logbook”, il registro dei voli sul jet privato del finanziere, il Lolita Express, usato per trasportare ospiti eccellenti verso le sue proprietà, inclusa un’isola privata alle Isole Vergini. Il terzo fascicolo riguarda testimonianze di vittime e collaboratori. Il quarto, atti delle cause civili e penali contro Epstein e l’ex amante e collaboratrice, Ghislaine Maxwell, condannata a vent’anni di carcere.
Il nome di Trump era già emerso in una pagina della rubrica telefonica del finanziere, assieme ai numeri dei cellulari dei figli Ivanka, Donald Jr ed Eric. Nei registri di volo, Donald viene citato sette volte a bordo del Lolita Express tra il 1993 e il 1994.
Nel gennaio 2024 una delle presunte vittime di Epstein, Sarah Ransome, raccontò che una sua amica «era una delle tante ragazze che avevano avuto rapporti sessuali con Trump». «Mi disse — aveva aggiunto — come lui continuasse a ripeterle quanto gli piacessero i suoi “capezzoli sodi”».
Negli anni ’90 il tycoon aveva magnificato la sua amicizia con Epstein, ricordando come a entrambi piacessero le «belle donne, anche giovani». Dopo l’arresto nel 2019 del finanziere, ne aveva preso le distanze. Senza fornire prove, Musk ha suggerito che tutto sia stato insabbiato per non compromettere il tycoon.
Molti hanno pensato allo strano dietrofront della ministra Bondi, che all’inizio del suo incarico aveva annunciato l’intenzione di pubblicare tutti i file ma poi si era limitata a mostrare alcuni stralci.
Jeffrey Epstein e Ghislaine Maxwell, uniti negli affari e nella vita privata, hanno legato i loro nomi in uno degli scandali di abusi sessuali e traffico di minori più grandi e roboanti degli ultimi anni
Lui è morto suicida a 66 anni nel 2019 in una cella del Metropolitan Correctional Center di New York, dove era detenuto da un mese per accuse federali di traffico sessuale di minori. Lei, 64 anni, è stata condannata nel 2022 a 20 anni di carcere per adescamento di minori e altri reati commessi con o per conto dell’ex compagno Epstein.
Dell’oro che luccicava intorno alle immagini che li ritraggono sorridenti tra feste ed eventi, vicini a politici e famosi, oggi resta solo l’oscurità di una controversa vicenda che ha trascinato nell’abisso tanti dei suoi protagonisti.
Per ultima Virginia Giuffre – la grande accusatrice del principe Andrea, uno degli amici e clienti del finanziere pedofilo che la ragazza aveva denunciato nel 2021 – suicidatasi lo scorso aprile a 41 anni.
Affermatosi come gestore di fondi di investimento, Epstein era già finito in carcere nel 2008 in Florida con l’accusa di molestie su minori ma dopo 13 mesi di carcere era riuscito a strappare un controverso patteggiamento. Poi di nuovo l’arresto, nel 2019, per le nuove accuse di molestie su minori compiute dal 1999 al 2005.
Ad aiutarlo c’era Ghislaine Maxwell, accusata di aver adescato, manipolato e a volte anche partecipato agli abusi sessuali su minori. Secondo molte testimonianze, agiva come intermediaria, convincendo ragazze molto giovani a fidarsi e poi portandole da Epstein.
(da agenzie)
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