EMANUELE POZZOLO CONTINUA A SOSTENERE DI NON AVER SPARATO ALLA FESTA DI CAPODANNO A ROSAZZA, MA PERCHE’ NON DICE CHI HA APERTO IL FUOCO?
IL DEPUTATO (SOSPESO) DI FRATELLI D’ITALIA HA RISARCITO CON 20-30 MILA EURO IL FERITO, LUCA CAMPANA, CHE HA RITIRATO LA QUERELA PER LESIONI COLPOSE, PERCHÉ LO HA FATTO, SE SI RITIENE INNOCENTE? IL PARLAMENTARE NON RISPONDE
Lo sparo di Capodanno non è mai stato solo un fatto di cronaca. Era chiaro da quella notte. Il colpo di revolver che ha rovinato la festa organizzata a Rosazza (Biella) dal sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro è un caso che ha generato polemiche politiche, indagini della magistratura e due interrogazioni parlamentari. Con una scia di colpi e contraccolpi.
L’ultimo capitolo di una saga non ancora finita risale a ieri. Nove giorni prima dell’inizio dell’udienza preliminare è emersa la notizia che l’unico indagato per lo sparo, il deputato (sospeso) di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo, ha risarcito il ferito, Luca Campana, che era stato colpito alla coscia la notte della festa.
Campana è il genero di Pablito Morello, l’ex capo scorta di Delmastro. Anche Morello era alla festa. Mentre era in servizio. Ed era a fianco di Pozzolo quando il proiettile partì in maniera accidentale. Campana, dopo avere ricevuto la somma segreta – che si aggirerebbe tra i 20 e i 30mila euro – frutto di un accordo tra il suo avvocato, Marco Romanello, e il legale di Pozzolo, Andrea Corsaro, ha ritirato la querela per lesioni colpose. Dunque, Pozzolo, quando si presenterà davanti al gup di Biella il 9 ottobre, avrà un reato in meno scritto sul capo di imputazione. Gli resteranno contestati quelli sulle armi.
La transazione riservatissima firmata da Pozzolo e Campana mette una pietra tombale sul fatto, dal punto di vista giudiziario. Ma non segna la fine di un mistero. Perché il deputato di Fratelli d’Italia, che da quando è stato indagato dalla procura di Biella è stato sospeso dal partito, ha fatto scrivere nell’atto un frase: «Non mi assumo la responsabilità dello sparo». Il politico ha voluto ribadire un concetto che aveva spiegato fin dall’inizio ai carabinieri il primo gennaio: «Non sono stato io a sparare». La stessa frase Pozzolo, sentito in procura a Biella lo scorso maggio, l’ha dichiarata agli inquirenti, aggiungendo: «A sparare è stato Pablito Morello»
Il caposcorta di Delmastro, dopo avere saputo dell’accusa mossa a suo carico, aveva annunciato querela per calunnia contro Pozzolo. Ma il deputato non è stato indagato per questo. Esiste un diritto alla difesa, questo il pensiero della procuratrice dell’epoca Teresa Angela Camelio.
La procura, dopo la dichiarazione choc di Pozzolo, ha chiuso l’indagine. «Senza fare alcun altro accertamento su altre persone», aveva detto, la scorsa estate, Pozzolo, precisando: «Perché lo stub, l’esame dello sparo, è stato fatto solo a me quella notte e non a Morello?».
Pozzolo ha risarcito Campana. Perché lo ha fatto, se si ritiene innocente? Il parlamentare non risponde. Non vuole dichiarare. Ma chi è vicino a lui non avrebbe dubbi. «Lo fa per strategia difensiva, ma anche per un motivo politico».
Cosa c’entra la politica? Pozzolo, così raccontano di lui i politici del Vercellese, vorrebbe chiudere il capitolo di Rosazza. Il suo sogno sarebbe quello di continuare a fare il parlamentare senza una spada di Damocle sulla testa. Non vorrebbe combattere, ma mediare. Rientrare a pieno titolo nel suo partito.
Ecco perché avrebbe firmato la transazione. Ma ribadendo, ancora una volta, la sua presunta innocenza. «Non ho sparato io». Lo ha detto quella notte sotto la neve. Non ha cambiato idea. Così pare.
(da La Stampa)
Leave a Reply