FESTINO IN CASA CON DUE GIOVANI ROMENI E UN ALTRO CINQUANTENNE, LA DROGA DELLO STUPRO E L’ARRIVO DEI CARABINIERI: COSA NASCONDE IL CASO MORISI, IL “MORALIZZATORE”
IL VERO VOLTO DEL GURU SALVINIANO
Emergono ulteriori dettagli sull’indagine che vede coinvolto Luca Morisi, l’ex capo della comunicazione di Matteo Salvini. La notizia è trapelata ieri, figlia di un’esclusiva del quotidiano La Repubblica.
E oggi, proprio da quel cascinale di Belfiore (in provincia di Verona) arrivano testimonianze e ricostruzioni che danno un quadro più completo di questa vicenda. Tutto è iniziato nella notte tra venerdì 13 e sabato 14.
Lì, in provincia di Verona, vive Luca Morisi. E proprio nella sua abitazione – un cascinale che ospita, perlopiù, lavoratori fuori sede – ci sarebbe stato un festino con la partecipazione di almeno altri tre-quattro uomini.
Era la notte della vigilia di Ferragosto e in compagnia dell’ex capo della comunicazione della Lega e di Salvini (si è dimesso dal suo incarico lo scorso 1° settembre) c’erano altre tre persone.
La prima era un uomo, di circa 50 anni (come racconta la vicina di casa a La Repubblica) che frequentava da qualche tempo l’abitazione di Morisi.
Gli altri due erano due ragazzi romeni che vivono nella zona di Verona e che l’esperto di comunicazione politica avrebbe conosciuto sul web (ignota l’identità del terzo fermato). Un festino che, secondo il racconto fatto dalla vicina di casa a La Stampa, sarebbe durato due giorni.
“Sono arrivati tre ragazzi, ne ricordo uno con un berretto da baseball rosso. Non sapendo dove citofonare, hanno telefonato proprio qui davanti, sul prato. Si sono fatti aprire e sono saliti. Per tutta la notte abbiamo sentito rumori dal piano di sopra. Per due giorni quei ragazzi hanno abitato al piano di sopra”.
Movimenti sospetti. Morisi, infatti, non era solito frequentare quella sua abitazione nel cascinale di Belfiore. Impegnato a Roma – dove ha sede il nuovo ufficio della comunicazione della Lega – e sempre in compagnia di Matteo Salvini nei suoi tour elettorali, la presenza dell’ex spin doctor non poteva passare inosservata (anche per quell’automobile, una Maserati Levante, che non poteva, di certo, non dare nell’occhio).
Il giorno successivo, intorno all’ora del tramonto di sabato 14 agosto, i due ragazzi vengono fermati dai carabinieri in un posto di blocco. Nella loro automobile viene trovata una fiala, incastrata nel cruscotto, contenente della sostanza stupefacente in forma liquida. Si tratta di droga dello stupro? A fornire questa indicazione sono gli stessi fermati agli uomini dell’Arma: “In quella fiala c’è Ghb, è stato Morisi a darcela gratis”.
Questa parole hanno fatto scattare le indagini. I carabinieri, in compagnia dei due ragazzi romeni, si sono recati a casa di Luca Morisi per effettuare i controlli di rito. Un cittadino al di sopra di ogni sospetto: prima di questa vicenda, infatti, nessuno aveva mai collegato il nome dell’ormai ex spin doctor di Salvini al mondo della droga.
Ma la perquisizione dei militari ha fatto emergere anche la presenza in casa di due grammi di cocaina. Un quantitativo che viene considerato “per uso personale”. L’attenzione, di fatti, non è sulla polvere bianca ma su quella droga liquida. La certezza sulla sua composizione arriverà solamente tra qualche settimana (forse un mese e mezzo), dopo che saranno resi noti i risultati delle analisi. Nel frattempo le indagini si allargano per cercare chi ha fornito quella droga.
(da NextQuotidiano)
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