FINANCIAL TIMES: “CON IL NUOVO GOVERNO NON CAMBIA NULLA”
WASHINGTON POST: “L’ITALIA, MALATO D’EUROPA, E’ PRONTA A RIFORME RADICALI?”…C’E’ PESSIMISMO NELLE ASPETTATIVE DELA STAMPA ESTERA
“L’Italia è finalmente pronta per riforme radicali?” Se lo chiede il Washington Post, in un editoriale dedicato all’evoluzione politica italiana.
“Nel corso dei secoli, molti paesi sono stati a turno definiti il malato d’Europa; se c’è uno Stato, oggi, che si merita il titolo, quello è l’Italia”, perchè “combina dentro di sè la grandezza (ha il terzo Pil tra i 18 membri dell’Eurozona) e le disfunzioni (una crescita negativa del 7% negli ultimi cinque anni, il 12,7% di disoccupazione, un debito nazionale più grande del 30% rispetto alla sua produzione economica). Le sofferenze dell’economia italiana sono legate a un profondo malessere politico radicato in un’ingarbugliata storia di corruzione, burocrazia e di interessi di parte”.
In questo contesto, l’austerità non basta, anche se necessaria “non può salvare la sua economia”. L’Italia deve crescere e “la crescita ha bisogno di riforme, economiche e politiche”, riforme che devono essere “radicali”, come dice lo stesso Renzi.
“Non sarebbe di sicuro il primo politico italiano ad assumere l’incarico con la promessa di ampie riforme, per poi soccombere alle consuetudini radicate e agli interessi di parte”, ma “la disperazione sta portando gli italiani a capire che il cambiamento, anche il cambiamento doloroso, è necessario. Se il governo alla fine dovesse riuscire a far passare le riforme strutturali, l’impatto sull’Italia, e sull’Europa, potrebbe essere storico, e degno del pieno sostegno del resto d’Europa e degli Stati Uniti”.
Il Financial Times definisce “ambiziosa” l’agenda di riforme annunciata da Matteo Renzi per i primi 100 giorni di governo.
Per il quotidiano della City, “gli investitori non si aspettano molto da Renzi”: in primo luogo perchè “Renzi è il 62* premier in 68 anni”; in secondo luogo perchè “ha lo stesso sostegno politico, o la stessa carenza di sostegno politico, del suo predecessore, Enrico Letta”.
Come Letta e Monti prima di lui, non è stato eletto e “le sue prospettive di avviare grandi riforme sono certamente limitate dall’assenza di sostegno popolare e parlamentare, sebbene questo non gli abbia impedito di presentare un ambizioso programma”.
Anche il Wall Street Journal dedica un ampio servizio all’ascesa dirompente di Renzi, che in pochi giorni “ha guidato la rivolta contro il collega Letta”, è salito al Quirinale, ha accettato l’incarico di formare un nuovo governo ed ha “promesso un’azione rapida ed ambiziosa”.
Ma, avverte il quotidiano finanziario americano, “con soli cinque anni di esperienza come sindaco di Firenze, avrà bisogno di alleati che siano pesi massimi nel gestire il tentacolare apparato politico e attuare la sua ambiziosa agenda”
(da “Huffingtonpost”)
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