FINANZIAMENTO AGEVOLATO PER FORZA ITALIA
SPUNTA UN EMENDAMENTO “AD PARTITUM”
Forza Italia? Un partito nato “vecchio”, tant’è che il Pdl, suo progenitore, sta cercando di spianargli la strada delle agevolazioni sui futuri finanziamenti con il solito emendamento ad personam.
Ad partitum, in questo caso.
Basta leggere la proposta Pdl alla legge Letta sui futuri soldi ai partiti firmato dal segretario amministrativo Bianconi. Ma non basta.
Sempre per garantire il futuro economico di Forza Italia e i milionari passaggi di denaro che provengono dal suo padre-padrone Berlusconi, ecco la battaglia per evitare che ci sia un tetto troppo basso alle donazioni, massimo 100mila euro come propongono Pd e Sel. Quelli del Pdl pretendono che si superi il milione di euro, e che si vada anche oltre.
E non è certo un caso che sia stata bocciata, anche dal Pd, la proposta di Sel che bloccava finanziamenti in arrivo da chi ha una condanna definitiva (vedi caso proprio Berlusconi).
Va così, in commissione Affari costituzionali della Camera, la battaglia sulla legge Letta che da mesi attende d’essere sdoganata.
Si è arenata una prima volta sulla scandalo del tentativo di cancellare il reato di finanziamento illecito, stoppato grazie alla denuncia della stampa e alla reazione sdegnata dei magistrati.
È arrivata in aula, ma l’intesa è salata.
Ora siamo di nuovo in commissione, in un rush che non disdegna le ore notturne nel tentativo di tornare nell’emiciclo domani.
Vertici a ripetizione tra il ministro per le Riforme Quagliariello e i relatori Gelmini (Pdl) e Fiano (Pd), qualche accordo, come quello sulla cig per i dipendenti dei partiti, con il netto disaccordo di Sel (Boccadutri), ma restano i nodi di fondo – tetto al finanziamento, norma Forza Italia, colpo di spugna sulle inchieste – che potrebbero far saltare tutto.
La minaccia, più volte ribadita da Letta, è che il governo ricorra al decreto.
Certo è che il Pdl non perde mai il vizio di utilizzare l’attività parlamentare per tutelare i suoi interessi.
La legge sul finanziamento lo conferma.
Un pomeriggio caldo nella commissione presieduta da Francesco Paolo Sisto, avvocato barese di strettissima fede Pdl.
Passano all’unanimità alcuni emendamenti considerati “buoni”, come quello che cancella la possibilità di agevolazioni per le sedi dei partiti, o quello che azzera gli spazi tv gratis – a scapito di chi non può contare, come Pdl alias Forza Italia, su tv di famiglia – , oinfine quello su tariffe agevolate.
Ma finiscono accantonarti i punti dolenti. Tetto massimo, regole per accedere alle agevolazioni (2 per 1000 e detrazione dei contributi), reato di finanziamento illecito restano i cardini su cui un compromesso opaco finirebbe per stroncare il senso stesso della nuova legge.
Il Pdl – di certo – non demorde. La “salva Forza Italia” suona singolare.
Emendamento 8.8. Le agevolazioni «si applicano ai partiti a cui dichiari di far riferimento almeno la metà più uno dei candidati eletti sotto il medesimo simbolo alle più recenti elezioni per il rinnovo di Camera e Senato».
Dunque: un partito, tipo il Pdl, muore, ne nasce uno nuovo, Forza Italia. La legislatura è la stessa. Forza Italia dovrebbe perdere ogni privilegio. Invece basterà che la metà più uno degli eletti dichiari la sua fedeltà al nuovo gruppo per lasciare tutto invariato.
Scandalosa poi la proposta sul reato di finanziamento illecito, perchè salta il passaggio fondamentale per cui non basta l’iscrizione nel bilancio della società , ma è obbligatoria la delibera della società stessa.
Il Pdl (Gelmini) garantisce che i processi in corso sono salvi, il Pd teme il colpo di spugna, Sel ritiene che la nuova norma possa anche passare ma solo con la garanzia certa che il colpo di spugna non ci sarà .
Un fatto è certo, se si cambia la norma, i processi saltano, perchè se i reati vengono contestati sulla base della mancata delibera della società , e questa previsione viene cancellata, è ovvio che il processo si nebulizza.
Rissa pure sulla cassa integrazione.
Il Pdl vota la proposta Pd – contro Sel e M5S – per cui ce ne sarà una ad hoc per i dipendenti dei partiti, di fatto “tassando” tutti gli altri, anche i piccoli.
Protesta Sergio Boccadutri, capogruppo di Sel in commissione, che ricorda come gestì la cig per Rifondazione comunista usando la cassa in deroga: «Così, invece, Pd e Pdl colpiscono tutti per salvare se stessi».
Liana Milella
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