GALANTINO COMUNISTA? AVRA’ FREQUENTATO I CENTRI SOCIALI DI SALVINI
IL “COMUNISTA PADAGNO” CHE DA’ DEL COMUNISTA AGLI ALTRI: SOLO DEI CAZZARI DI DESTRA POSSONO DAR CREDITO A UN POVERACCIO CHE PIAZZA LE MOGLI A SPESE DEI CONTRIBUENTI E PRENDE 15.000 EURO DA QUELLA UE CHE SCHIFA A PAROLE
Rispolvera l’insulto preferito da Silvio Berlusconi e ritorna alle sue origini, quando bazzicava nei centri sociali milanesi dove non se lo filava nessuno, ma la birra era a buon prezzo e i rutti erano compresi nella consumazione.
È un Matteo Salvini formato Arcore quello che, in un’intervista al Corriere della Sera, si lascia scappare l’appellativo di “vescovo comunista” per monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei.
Galatino aveva definito Salvini per quello che è: un “piazzista da 4 soldi“, accusandolo di fare “chiacchiere da bar che rilanciate dai media rischiano di provocare conflitti“a proposito dell’accoglienza degli immigrati e chiedendo quanti poveri lui ospiti a casa sua (ovviamente zero)
Apriti cielo: abituato a insultare tutti, salvo scappare a gambe levate quando qualcuno lo va a cercare, ecco l’eroe padagno sproloquiare su un uomo di Chiesa con le palle, quelle che mancano a lui.
“Conosco uomini di Chiesa che non la pensano come questo vescovo comunista”: il che fa pure ridere detto da uno che aveva presentato al congresso della Lega una lista denominata “Comunisti padani” con esito peraltro tragico.
Ma il poveraccio un risultato, a furia di scodinzolare per i corridoi di via Bellerio, l’aveva ottenuto: ottenere uno stipendio, prima da consigliere comunale, poi parlamentare europeo, poi italiano e poi ancora europeo.
Per uno che è stato 14 anni fuoricorso all’università e non ha mai fatto un cazzo in vita sua un bel traguardo.
Venti anni che vive a spese dello Stato, uno dei più longevi tromboni della politica italiana.
E’ pure riuscito a piazzare la prima moglie in Comune e la seconda in Regione: assunzione per chiamata diretta, senza concorso.
Per casi simili altri rischiano la galera, ma lui ha l’immunità padagna e la scorta al seguito.
Era comunista, poi bossiano, poi padagno, poi antiterroni, poi secessionista, poi con Maroni, a seconda di dove girava il vento: una vita a corte senza accorgersi che in Lega rubavano a più non posso, una garanzia per il governo dell’Italia.
E una pletora di cazzari di destra, quelli che parlano di legalità (solo per gli altri) che gli leccano il culo per un posto in lista o in qualche partecipata.
Lui si gode il momento sparando dieci cazzate al giorno: a Renzi fa comodo una macchietta da avanspettacolo che blocchi la destra al 20%, impedendole di tornare mai al governo.
Alla fine ci voleva un uomo di Chiesa per dire quello che milioni di italiani di destra vera pensa.
“Padagna is not Italy”: siamo d’accordo, fuori dai coglioni.
Leave a Reply