GENOVA, RISCHIO ALLUVIONE? IL COMUNE DICE “ARRANGIATEVI”: SACCHI DI SABBIA E PARATIE FAI DA TE
LA RIVOLTA DEGLI AMMINISTRATORI DI CASEGGIATO: “IL COMUNE PENSI A FINANZIARE CERTE OPERE INVECE CHE IMPORRE ALTRE SPESE A FAMIGLIE CHE NON RIESCONO NEPPURE A PAGARE QUELLE ORDINARIE”
Barriere di sicurezza con sacchi di sabbia in caso di alluvioni e frane: gli amministratori di condominio diventano il braccio operativo del Comune.
La nuova ordinanza del sindaco Marco Bucci sugli “adempimenti degli amministratori e proprietari di edifici ricompresi nelle aree a rischio di inondazione; norme comportamentali e di auto-protezione”, scatena la polemica.
Anaci, l’associazione che raggruppa gli amministratori, la rispedisce al mittente. «Impone di costruire barriere prima che venga emanata l’allerta — sbotta il presidente Pierluigi D’Angelo — e l’amministratore deve chiedere ai condomini di alzare un muro per difendere le parti allagabili. Non ci pare una cosa semplice e veloce. A meno che non vengano acquistati dei costosi sistemi di paratie che, visto come vanno le cose e quante famiglie non riescono neppure a pagare le spese, mi pare davvero impossibile. Il Comune dovrebbe finanziare certe opere non imporre ai cittadini di arrangiarsi».
Le alluvioni del 2010, 2011 e 2014 hanno lasciato ferite profonde, indelebili. “Le aree a rischio inondazioni e frane, in considerazioni di quegli eventi calamitosi — è scritto nell’ordinanza — non sono ad oggi esaustivamente rappresentate dalle cartografie dei vigenti Piani di Bacino, ma sono più fedelmente riconducibili alla cartografia vincoli geomorfologici ed idraulici del Piano Urbanistico Comunale che si assume quale mappatura di riferimento”.
Dopo questa considerazione, il Comune chiede agli amministratori di farsi carico di informare i residenti delle aree a rischio.
Spiega D’Angelo: «Dobbiamo verificare periodicamente e almeno una volta l’anno sulle cartografie dove sono ubicati gli edifici e se per caso sono stati inseriti nelle “zone rosse”: questo non è un nostro compito».
L’Allegato A del volantino di 9 pagine, deve essere distribuito nei condomini. «A tutti i proprietari e affittuari. Periodicamente dobbiamo collegarci ai link del geo-portale delle aree soggette a inondazione e frane con tutti gli elenchi degli edifici, inserendo via e numero civico. In più, questo vademecum ovviamente dobbiamo consegnarlo e anche spiegarlo perchè l’elenco di chi l’ha ricevuto va registrato e dopo scattano i controlli».
A pagina 5, la disposizione più contestata: “Proteggi con paratie o sacchi i locali che si trovano al piano strada, chiudi le porte di garage, cantine e seminterrati”.
«Questo nuovo compito ci obbliga ad essere un braccio operativo della protezione civile». Nell’ordinanza è spiegato che “…il codice civile prevede che i provvedimenti dell’autorità amministrativa devono essere notificati all’amministratore di condomino, quale rappresentante dei caseggiati che deve darne notizia senza indugio ai condomini”.
«Con difficoltà — prosegue D’Angelo —, con difficoltà riusciamo a organizzare un paio di riunioni l’anno, d’ora in poi una dovrà essere sul tema della protezione civile».
D’Angelo aggiunge. «Ma il cittadino deve proteggersi da solo dalle alluvioni? A leggere l’ordinanza, mi
pare di capire di si. Se non è possibile acquistare le paratie, dovremo vivere blindati, dietro i sacchi, e non è detto che tutti lo vogliano fare. Quindi chiudiamo da una parte, ma l’acqua entra da un’altra. Sarebbe necessario un piano di emergenza per ogni edificio, non un volantino. E quando lo invio ai condomini, il problema sarà risolto?»
(da “La Repubblica”)
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