GLI 80 EURO NON FANNO CRESCERE L’ITALIA: UE E ISTAT GELANO RENZI
AVRANNO UN IMPATTO MINIMO SUL PIL 2014…E L’ITALIA CRESCERA’ MENO DI QUANTO STIMA IL GOVERNO
Non basta l’antipasto per porre freno alla fame di consumi e rilanciare l’economia italiana.
È giorno di numeri per l’Italia, è la volta delle stime dell’Istat sul biennio 2014-2015 e delle previsioni di primavera della Commissione europea.
Numeri che prevedono che l’Italia tornerà a crescere, ma a ritmo lento, più lento rispetto alle previsioni del Governo.
Numeri che fotografano nel debito pubblico e della disoccupazione i principali fattori di rischio, più dell’inflazione che viaggia comunque su livelli troppo bassi.
Una delle novità maggiormente positive dello scenario italiano è proprio il segno più davanti ai consumi.
Nel 2014, secondo le stime dell’Istat, la spesa per consumi delle famiglie italiane tornerà a crescere per la prima volta dopo tre anni consecutivi di flessione, facendo segnare un +0,2%.
Un trend su cui avrà un “effetto minimale” la misura principale del Governo Renzi: gli 80 euro mensili in busta paga per i redditi più deboli.
Il reddito disponibile è previsto crescere in misura superiore all’inflazione al consumo e il potere d’acquisto delle famiglie tornerebbe a migliorare per la prima volta dal 2007. L’impatto degli 80 euro viene maggiormente trascurato dalla Commissione europea nelle sue previsioni, che confermano però il ritorno alla crescita dei consumi: il commissario Ue agli affari economici ad interim Siim Kallas parla di “effetto neutrale sulla crescita nel breve periodo”, che potrebbe diventare “positivo nel lungo termine se sarà finanziato razionalizzando e migliorando l’efficienza della spesa”.
D’altro canto era stato il Governo stesso nel Def a segnalare che la riduzione del cuneo fiscale — che costerà circa 6,6 miliardi di euro — sosterrà il Pil di uno 0,1%, per poi spingerlo dello 0,3% nel 2005, dello 0,4% nel 2016 e dello 0,6% nel 2017 e 2018.
Queste valutazioni alimentano ulteriormente l’accesissimo dibattito attorno agli 80 euro, difesi strenuamente da Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan dinanzi alle perplessità tecniche sulle coperture finanziarie del provvedimento — da ultime quelle dei tecnici del Senato — e alle accuse politiche sulla natura elettoralistica dell’intervento — lungo l’elenco, che vede in prima fila Beppe Grillo e ultimo in ordine di tempo Carlo De Benedetti.
Nuovamente oggi il presidente del Consiglio si affretta a definire gli 80 euro “solo un antipasto”.
La scommessa ora è anche con Istat e Commissione Ue, che invece concordano nel porre l’asticella della crescita sotto il segno posto da Renzi e Padoan.
Per l’Istituto di Statistica e per Bruxelles nel 2014 l’Italia crescerà dello 0,6%, mentre il Governo si spinge fino al +0,8%; nel 2015 l’Istat stima un rialzo dell’1%, mentre la Commissione Ue si spinge fino al +1,2%, ma sempre sotto il +1,3% previsto dal Governo italiano.
(da “Huffington Post“)
Leave a Reply