GLI EVASORI TRADITI DA FACEBOOK
CONFIDENZE PERICOLOSE: CHIACCHIERARE SUL WEB PUO ESSERE PERICOLOSO … IN GRAN BRETAGNA E STATI UNITI GLI ISPETTORI DEL FISCO LEGGONO LE CONVERSAZIONI ON LINE ALLA CACCIA DEL TENORE DI VITA DEGLI ISCRITTI
Utenti di Facebook in guardia, occhio a quello che scrivete.
Chiacchierare sul web non è più tanto sicuro e tra un messaggio e l’altro rischiate di fornire senza volere informazioni importanti sul vostro conto. Così, se non vi beccano i ladri, possono scovarvi gli ispettori del fisco.
Dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, è sempre più difficile tutelare la riservatezza delle proprie conversazioni on line e l’eccessiva circolazione involontaria dei fatti propri comincia a creare problemi.
Nel Regno Unito c’è pericolo che i topi di appartamento usino i dati forniti sul web dagli utenti stessi per organizzare al meglio i furti.
Lo sostiene una compagnia assicurativa, la Legal & General, che per questo motivo sta programmando di far pagare di più agli iscritti ai social network. Per la compagnia, infatti, Facebook è una miniera di informazioni sulle abitudini quotidiane dei suoi frequentatori.
Dice quando uno è fuori casa per il fine settimana o quando parte per le vacanze.
A quel punto i malviventi colpiscono indisturbati.
Stesso discorso per quanto riguarda il fisco. Negli Usa prima di chattare è meglio regolare le pendenze col fisco.
Tra chi legge le conversazioni potrebbe esserci un agente delle tasse. Sta capitando in diversi Stati americani, come racconta il Wall Street Journal.
In Minnesota le autorità hanno scovato in evasore leggendo su My Space che sarebbe tornato nella sua città di origine a lavorare come agente immobiliare.
L’evasore aveva scritto il nome del suo nuovo datore di lavoro per cui p stato un gioco da ragazzi fare le verifiche e beccare le sue malefatte fiscali.
In Nebraska gli ispettori fiscali hanno recuperato 2.000 dollari da un deejay che ha raccontato di aver lavorato a un megaparty, non pagando le tasse su quanto aveva guadagnato.
Sempre in Nebraska un agente ha recuperato 30.000 dollari non dichiarati, trovando il nome di un sospetto nullatenente tra i maggiori dirigenti di una nota azienda.
Insomma, il fatto di spiattellare i fatti propri sul web, in prospettiva potrebbe fornire sempre più elementi sul tenore di vita e le vicende personali ed economiche di tanti utenti che finiranno per entrare nel mirino del fisco.
Mai come in questo caso vale un motto antico, il silenzio è d’oro.
Mentre le forme di accertamento sono nascoste dietro l’angolo più impensato.
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