GOVERNO RIDICOLO: IL NO VAX NON PUO’ PRENDERE IL BUS MA PUO’ ANDARE A PIEDI O IN AUTO AL LAVORO
NON PUO’ CONTAGIARE I PASSEGGERI DEL BUS MA E’ AUTORIZZATO A INFETTARE I COLLEGHI DI LAVORO
È vero, il lockdown è un’altra cosa. L’abbiamo sperimentato nella primavera del 2020, quando si poteva uscire di casa solo per andare a fare la spesa, recarsi in farmacia e, in casi eccezionali (la deroga era valida per pochissimi), raggiungere il posto di lavoro.
Se a palazzo Chigi e nel Paese si è aperto un dibattito, anche aspro, sui limiti della corsetta vicino casa o sul perimetro della passeggiata con il cane, è perché il lockdown è prima di ogni cosa la limitazione della mobilità personale. E però se la lista delle cose che si possono fare solo con il green pass rafforzato, quindi solo se si è vaccinati, è lunga, anzi lunghissima, allora è evidente che manca la formalità, insomma l’etichetta, ma non la sostanza: è un parziale lockdown dei no vax.
La mancata introduzione dell’obbligo per lavorare permetterà a chi non si è vaccinato di uscire ancora di casa per andare in ufficio o in fabbrica.
Per salire su un bus, ma anche sulla metropolitana, ancora sul tram o su un treno locale, non basterà più il certificato verde base, quello che si può ottenere anche con un tampone negativo e che vale 48 ore. Chi non vorrà vaccinarsi e quindi non potrà esibire il super green pass, potrà utilizzare solo la macchina, ovviamente a proprie spese, oppure andare a lavorare a piedi. Anche il taxi è interdetto.
E pure per un viaggio di lavoro non si potrà usare un treno a lunga percorrenza o un aereo, a meno che, appunto, non si passi dallo status di no vax a vaccinato.
La sfera dei trasporti impatta anche sugli spostamenti per ragioni familiari (ricordate i ricongiungimenti tra mille slalom durante il lockdown?) e affettive, ma anche di svago. Non è solo il lockdown del movimento, ma anche quello della socialità. L’elenco delle attività vincolate al possesso del super green pass, in vigore dal 10 gennaio, aiuta a comprendere la portata della serrata: alberghi e strutture ricettive, feste dopo le cerimonie civili o religiose, sagre e fiere, centri congressi, ristoranti all’aperto, impianti di sci, piscine, centri natatori e dove si praticano sport di squadra, le terme e i centri benessere (anche all’aperto), i centri culturali, quelli sociali e ricreativi, anche qui compresi quelli all’aperto.
Insomma il no vax non potrà dormire in albergo, rendendo di fatto difficile se non impossibile una vacanza, ma non potrà neppure mangiare una pizza fuori (dentro al ristorante già non si può, tra dieci giorni neppure fuori, ma forse questo è lo svantaggio minore considerate le temperature di stagione). Non potrà partecipare al banchetto dopo un matrimonio, una cresima o un battesimo, ma neppure a una festa per un compleanno come il diciottesimo.
Se poi dalla dimensione della socialità, anche formativa e lavorativa come può essere la partecipazione a un congresso o una fiera, si passa a quella del benessere e dello svago, poco cambia. Anzi nulla.
Niente sci ai piedi, niente nuotate in piscina, addio ai vapori e ai massaggi dei centri benessere. Sotto la definizione dei centri culturali, sociali e ricreativi rientra praticamente di tutto. Forse è quel che resta fuori dalla lista, quello cioè che si può fare, a chiudere il cerchio.
Il no vax potrà però andare al supermercato e in farmacia.
Quindi a che serve?
(da agenzie)
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