GRANDI AZIENDE, PIANI DI FUGA DA LONDRA, A RISCHIO 100.000 POSTI DI LAVORO
MORGAN STANLEY PRONTA A TRASFERIRE 2.000 DIPENDENTI IN IRLANDA… TOYOTA ANNUNCIA RALLENTAMENTO INVESTIMENTI… INTESA: “IN ITALIA A RISCHIO 3 MILIARDI DI EXPORT”
Le aziende provano a contenere, almeno con le dichiarazioni, gli effetti dello tsumani che si è abbattuto sull’Europa con la Brexit.
Ma Intesa SanPaolo pesa l’effetto Brexit sull’Italia con “un calo delle esportazioni fino a un valore massimo di circa 3 miliardi”, su un totale di 22 miliardi di euro (il 7% dell’export nazionale).
E la banca d’affari Morgan Stanley si dice pronta – secondo la Bbc – a trasferire 2 mila dipendenti dalla sua sede di Londra in un altro paese, probabilmente l’Irlanda.
La banca americana JpMorgan, che dà lavoro a 16mila persone nel Regno Unito, ha inoltre previsto di trasferire diversi dipendenti fuori dal paese.
“Potremmo aver bisogno di cambiamenti alla struttura della nostra entità legale europea e alla localizzazione di alcuni impieghi”, ha indicato la direzione della banda in un memo interno.
Il numero uno di Deutsche Bank, John Cryan, ha avvertito che le conseguenze della brexit “saranno negative sotto tutti i punti di vista”.
Il colosso bancario tedesco, che dà lavoro a 9mila persone nel regno unito, ha messo in piedi da qualche mese un gruppo di lavoro per valutare il trasferimento di alcune attività in seno all’eurozona, in particolare in germania.
La banca britannica hsbc aveva inoltre parlato della possibilità di trasferire un migliaio di persone nella capitale francese.
Nel dettaglio, la Brexit potrebbe costare dai 70mila ai 100mila posti dl lavoro nei servizi finanziari britannici entro il 2020.
Toyota e Nissan
I produttori di auto asiatiche con fabbriche in Gran Bretagna e che esportano largamente in Europa (e 800 mila dipendenti in Uk), dicono che potrebbero rallentare i loro investimenti o metterli in pausa, almeno per ora.
Già prima del voto le principali case, incluse Toyota e Nissan, avevano avvertito che Brexit avrebbe portato a un periodo di incertezza, con gli accordi su commercio e lavoro da rinegoziare in un periodo non breve di due anni.
Solo Nissan è in Gran Bretagna da trent’anni e produce 475 mila auto all’anno, la maggior parte destinate al mercato europeo. Toyota l’anno scorso ne ha sfornate 190 mila. “Non abbiamo altra scelta che non quella di essere più cauti con le nostre decisioni di investimento, incluse quelle di produrre o meno nuovi modelli in Uk”, dice una fonte a Reuters.
(da agenzie)
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