“GRAZIE PUTIN PER AVER PORTATO A CASA MIO FIGLIO”: LA CONFERMA CHE DIETRO LA FUGA DI ARTEM USS DALL’ITALIA C’È IL CREMLINO, COMPLIMENTI AI SERVIZI E AL VIMINALE PER LA FIGURA DI MERDA
“IL NOSTRO PAESE HA MOLTI AMICI CHE AL MOMENTO GIUSTO SONO PRONTE AD AIUTARE”: NELLA FUGA SAREBBE COINVOLTO ANCHE UN EX MILITARE ITALIANO
“Ci sono molte versioni su come sia andata, ma non farò commenti. Sono solo contento che mio figlio Artem sia tornato a casa. E per questo ringrazio Vladimir Putin: non è solo il nostro presidente, ma è soprattutto un uomo con un cuore grande e generoso”.
Con un videomessaggio Alexander Uss, ricchissimo governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk ed esponente politico di Russia Unita, ha pubblicamente lodato il Cremlino per il rientro in patria del figlio, evaso a fine marzo dagli arresti domiciliari a Basiglio in provincia di Milano.
Il giovane Artem Uss era stato fermato a Malpensa lo scorso ottobre per un mandato di cattura statunitense: gli Usa lo accusano di essere il regista del traffico di componenti elettroniche che permettono alle industrie russe di proseguire la produzione di missili, droni e bombardieri usati in Ucraina oltre che di un colossale contrabbando di petrolio.
Poche ore dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano che accoglieva la richiesta di estradizione negli Usa, Artem ha lasciato la residenza extralusso dove si trovava ai domiciliari con il braccialetto elettronico ed è sparito. Nonostante le segnalazioni formali e ufficiose delle autorità statunitensi, non c’erano misure di vigilanza: una figura chiave per la macchina bellica russa è stata trattata come un ladruncolo.
Le indagini fanno ipotizzare che la sua fuga sia stata gestita come un’operazione militare di esfiltrazione, pianificata dai servizi segreti russi con l’aiuto di esperti di sicurezza europei. Quattro auto scure di grande cilindrata, identiche, lo attendevano e sono partite in direzioni diverse, impedendo così di seguirlo con droni o satelliti. Poi Artem Uss è ricomparso a Mosca il 4 aprile e ha lodato l’aiuto di “persone forti e affidabili”.
Ora il padre ha pubblicamente ringraziato Putin, con cui ha rapporti personali da anni, per il ritorno a casa del figlio. Una mossa che ha irritato alcuni organi nazionalisti, tra cui il sito Zapad24, secondo i quali le sue dichiarazioni espongono inutilmente il Cremlino alle accuse occidentali.
Ma il governatore Uss ha pronunciato un’altra frase sibillina: “Il nostro Paese ha molti amici e persone oneste che lo sostengono e che al momento giusto sono pronte ad aiutare. So di cosa parlo…”.
La lettura di alcuni siti russi è che si riferisse al ruolo di italiani per la condotta della fuga: un altro media nei giorni scorsi ha parlato di contractor italiani – ex militari – coinvolti nell’operazione.
Uss dal 2018 è il governatore della regione di Krasnoyarsk, una zona della Siberia ricca di materie prime: carbone, petrolio, alluminio, metalli pregiati e legname. Professore di diritto – è anche presidente dell’università locale – sin dalla stagione di Eltsin è stato una sorta di rappresentante politico dei potenti oligarchi locali, tra cui Oleg Deripaska – citato pure nell’indagine Usa sul figlio – e poi ha aderito al partito di Putin
Numerose inchieste giornalistiche nel 2021 hanno accusato Alexander Uss di corruzione, con una rete di società in patria e all’estero gestite pure dai familiari, indicandolo come titolare di beni per centinaia di milioni di euro. Anche per questo, la vicenda del figlio ha reso scomoda la sua posizione per il Cremlino e potrebbe essere presto sostituito. Su un sito nazionalista è stato inserito un commento al video di ringraziamento al Cremlino che pare accennare alla guerra in Ucraina: “Il suo ragazzo è stato salvato, gli altri no…”.
(da agenzie)
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