GRILLO E CONTE CERCANO DI SALVARSI LA PELLE
NON SONO STATI ANCORA SCIOLTI TUTTI I NODI
Un chiarimento sul piano personale c’è stato, anche se non tutti gli aspetti politici sono stati risolti. Beppe Grillo ha alzato il telefono e ha chiamato Giuseppe Conte, passaggio fondamentale in questa difficile trattativa che dovrebbe portare alla stesura del nuovo Statuto M5s. Così i due sono tornati a parlarsi, non più tramite intermediari. E non è escluso l’arrivo del Garante nella Capitale già domani.
Sono trascorse settantadue ore di tattica, di strategia, durante le quali la tensione è arrivata a livelli altissimi. In fondo, lo si è visto già quando era premier, Conte è un esperto di negoziati e con il Garante, in questi giorni, ha utilizzato un po’ il suo metodo già consolidato.
Grillo nei fatti lo ha umiliato di fronte ai parlamentari dicendogli tra le altre cose di studiare cosa sia il Movimento 5 Stelle, e lui ha minacciato di abbandonare il progetto e quindi il ruolo di capo politico in pectore. I pontieri, i ministri in particolare, si sono messi al lavoro e oggi sono arrivati i risultati. Il ghiaccio, che da giovedì ha avvolto Grillo e Conte, è iniziato a sciogliersi, ma i colpi di scena non sono certo finiti.
Le distanze infatti rimangano, non si può dire che tutto sia stato risolto. Lo show down che Conte minacciava di mandare in onda domani per adesso è in stand by. La conferenza stampa potrebbe essere rimandata, se invece dovesse esserci avrà senza dubbio toni diversi rispetto a quelli che fonti vicine all’ex premier lasciavano filtrare.
Si parla anche di una possibile intervista tv durante la quale Conte non userà toni teneri nei confronti di Grillo, anzi si toglierà più di qualche sassolino dalla scarpa. Tuttavia non chiuderà a una ricomposizione e detterà le sue condizioni.
Durante la telefonata Grillo avrebbe promesso al capo politico in pectore da lui designato di rinunciare al potere di controllo totale sulla comunicazione dei pentastellati, oltre a quello di scelta delle nomine. A Conte però questo non basta. Vuole più agibilità politica, non vuole che tutte le decisioni debbano essere condivise con il Garante. Su questo quindi si tratta ancora. Anche se diversi parlamentari si domandano: “Come farà ora Conte a dire di no a Grillo?”.
Da fonti vicine all’ex premier emerge però che “la partita non è affatto chiusa”. E c’è molta cautela: “Si sta lavorando, il finale non è ancora scritto” e la possibilità di trovare un’ intesa esiste ma anche il contrario. Messaggi che vengono inviati e che potrebbero far parte della solita tattica utilizzata da Conte per alzare la posta e ottenere quella maggiore agibilità politica che chiede da giorni.
In tutto ciò, come si è detto, non è stato ancora ufficializzato l’orario della conferenza stampa di Conte, che dovrebbe essere alle 17, ma anche questo viene letto come un segnale di lavoro in corso e di strategia in atto.
All’interno del Movimento si ragiona comunque a un piano B. Se tutto dovesse saltare si torna a quanto deciso agli Stati Generali, con la nomina di un consiglio direttivo. Se scissione sarà, nel M5s potrebbe tornare la leadership collegiale.
Un’opzione che potrebbe essere gradita a molti parlamentari. Anche se la maggioranza tifa apertamente per un accordo. Mentre si moltiplicano le voci dei parlamentari che lanciano appelli per una ricomposizione dello scontro, anche la base sembra parteggiare per la pace.
Sul blog delle Stelle e sulla pagina Fb di Grillo sono infatti in tanti a chiedere al fondatore di fare un passo indietro. Un passo indietro in parte lo ha già fatto, un compromesso appare possibile, non senza però una mini vendetta che Conte non risparmierà a Grillo.
(da Huffingtonpost)
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