GRILLO E FARAGE: D’ACCORDO SU NULLA, ALLEATI PER CONVENIENZA DOPO CHE I VERDI HANNO RIFIUTATO I CINQUESTELLE
LAVORANO A UNA LOOSE ASSOCIATION DI 60 EURODEPUTATI DI NOVE PAESI: MA UNO E’ PER LE RINNOVABILI, L’ALTRO PER IL NUCLEARE, UNO PER GLI EUROBOND E L’ALTRO CONTRARIO… LE BASI DELL’ACCORDO: OGNUNO FARA’ QUELLO CHE GLI PARE
Una “loose association”. Con queste parole Nigel Farage ha incuriosito Beppe Grillo.
Due ore di incontro durante le quali il leader degli indipendentisti inglesi ha spiegato al fondatore del Movimento 5 stelle come vede una collaborazione europea che per i britannici è già cosa fatta.
“Beppe, noi vogliamo fare un gruppo aperto”, ha spiegato il trionfatore delle elezioni oltremanica durante centoventi minuti di conversazione, un po’ in inglese un po’ in italiano, entrambi assistiti dai rispettivi staff. Grillo ha varcato il portone affiancato da Claudio Messora, che con sapienza sta tessendo i contatti a Bruxelles, Farage è uscito alla chetichella dal suo ufficio, per evitare i giornalisti.
Un incontro che ha fatto emergere posizioni dissonanti.
Il leader stellato ha molto insistito sul tasto delle energie rinnovabili, il suo interlocutore è un accanito sostenitore del nucleare.
L’ex comico ha rilanciato con gli eurobond, ma il britannico da quell’orecchio non ci vuol proprio sentire.
Fonti dell’Ukip raccontano che le rughe sulla fronte di Grillo si siano distese quando Farage ha pronunciato le due paroline magiche: “loose association”.
“Beppe – gli ha spiegato – io non voglio fare una cosa chiusa, militarizzata. Siamo tutti diversi, ognuno ha le sue specificità . Io voglio semplicemente che ci si sieda attorno a un tavolo, e si cerchi una posizione comune su tutti i vari temi. Se non ci si riesce ognuno è libero di votare come vuole, l’Europa è bella perchè è varia”.
Parole che sono suonate come il miele per il fondatore del M5s, che ha la preoccupazione di gestire le perplessità di tanti che nel Movimento non vedono di buon occhio l’alleanza.
Ma lo staff è tranquillo: nel codice di comportamento dei candidati all’europarlamento si fa esplicito riferimento a Grillo come unico titolato a seguire la partita delle trattative. Il passaggio sulla rete rappresenta solo una fase successiva.
Gli inglesi sono rimasti colpiti dalla grande intesa che si è subito sviluppata tra i due, tra grandi sorrisi, battute e pacche sulle spalle.
La loro pianificazione è a un punto avanzato: “Abbiamo già l’appoggio di partiti di otto diversi paese – raccontano – se entrassero anche i grillini potremmo contare su oltre sessanta deputati, il quarto gruppo a Strasburgo, più numeroso dei Verdi”.
Gli ecologisti oggi hanno sbattuto la porta in faccia al Movimento: “Le differenze sono troppo grandi, con loro non ci alleiamo”, hanno fatto sapere.
Un ulteriore elemento per far dire agli sherpa di Farage, una volta usciti dall’incontro, che “l’accordo è praticamente fatto”.
Dal fronte stellato sono più cauti, parlano di feedback positivi, ma spiegano che “il cantiere è ancora aperto”.
La campana britannica è più ottimista, ma la sostanza non cambia. Grillo ha posto come condizione essenziale che il nome Efd – Europa della libertà e della democrazia – venga cambiato. Era il gruppo che nel Parlamento uscente ospitava la Lega, e la delegazione italiana vuole evitare qualsiasi possibilità di accostamento con il passato.
Farage ha sorriso: “Certo Beppe, abbiamo già pensato a questo. Noi proponiamo un nome diverso: che ne dici di Alleanza per l’Europa?”. Grillo ha annuito, ci ha riflettuto su e ha ribadito: “Mi sembra un ottimo nome. Vorrei solo che vi venisse inserito qualche riferimento alla democrazia diretta”.
Obiezione accolta dal leader dell’Ukip, che ha già dato incarico di studiare una variazione sul tema.
Altra condizione imprescindibile posta dall’ex comico è stata la più totale distanza dal gruppo neopopulista di Marine Le Pen.
Anche qui ha trovato una porta aperta: “Da loro abbiamo già preso le distanze – è stata la risposta – su quello non ti devi preoccupare”.
Tanti i punti d’intesa nelle due ore di colloquio. Farage ha rassicurato Grillo sul fronte immigrazione, uno dei nodi che più lo preoccupavano alla vigilia della trasferta belga.
Ha magnificato il contributo degli immigrati in Gran Bretagna, provenienti dalle ex colonie nei cinque continenti: “L’unica cosa che noi vogliamo è avere regole comuni e certe”.
“Anche per noi è così – ha convenuto il megafono dei 5 stelle – non siamo contro gli immigrati, ma non è possibile che l’Europa abbia mille coste e il problema venga scaricato unicamente sui paesi di primo arrivo. Vogliamo che Strasburgo se ne faccia carico”.
Nell'”organizzazione blanda” che prevede Farage Ukip e M5s marceranno compatti sul fronte economico (eurobond a parte).
Farage, provenendo da un paese che batte moneta propria, è meno sensibile al tema euro, ma la battaglia contro l’austerity di Angela Merkel è stato uno dei temi su cui è stata registrata massima sintonia.
I due hanno suonato lo stesso spartito anche sul tema trasparenza: “L’Europa è una macchina oscura dalla quale non esce nulla, della quale si fa fatica a capire il funzionamento”, ha spiegato Farage. Trasparenza dei meccanismi e massima informazione ai cittadini sono due dei punti che costituiranno la base del rapporto fra i due.
Che si torneranno a vedere nelle prossime settimane, lasciando che i capi delle diplomazie Claudio Messora e Emmanuel Bordez limino i dettagli e sciolgano i nodi ancora insoluti.
Anche se la parolina magica “loose association” è la medicina che ha fatto sorridere Grillo.
Altro che Maalox.
(da “Huffingtonpost“)
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