SCOPPIA IL CASO DELLA GRILLINA ELETTA IN EUROPA CHE AFFERMA DI AVER SCOPERTO UNA MOLECOLA ANTI-LEUCEMIA
LA BASE CINQUESTELLE CONTESTA IL CURRICULUM DI GIULIANA MOI: DELLE SUE VANTATE SCOPERTE NON C’E’ TRACCIA… E SI SCOPRE CHE NEL 2010 SI ERA PRESENTATA CON L’UNIONE CRISTIANI POPOLARI
Se la trasparenza diventa un mantra, il dogma che rende possibile la partecipazione politica, ogni spazio opaco rischia di alimentare sfiducia e critiche.
Soprattutto dalle parti del MoVimento Cinque Stelle, che proprio della trasparenza ha fatto la sua bandiera.
Ad essere “accusata” di poca chiarezza è Giulia Moi, sarda, neo eletta a Bruxelles.
A puntare il dito sono alcuni militanti grillini, che le chiedono maggiore precisione sul curriculum da lei presentato al MoVimento.
Poche righe, in cui la Moi dichiara di aver “scoperto una molecola efficace nella cura della leucemia e del melanoma”.
I militanti chiedono delucidazioni.
La risposta della Moi: “I vincoli contrattuali a cui è sottoposta la mia ricerca mi impediscono di fornire ulteriori precisazioni”.
Una risposta che non si allontana dal novero del possibile. Ma che molti grillini ritengono evasiva. E le domande non si fermano.
Inizia tutto quando il curriculum della nuova europarlamentare viene pubblicato sul portale che nel sito di Beppe Grillo è dedicato alle europee.
La Moi, laureata in Scienze Biologiche, elenca i passi della propria carriera. Tra cui una specializzazione al King’s College di Londra.
Poi un link a una sua pubblicazione, del 2007, e la seguente dichiarazione: “Ho scoperto una molecola proveniente da una pianta della foresta Sud-Africana efficace per la leucemia e il melanoma, premiata per la scoperta dal King’s College e dalla Stiefel/GSK”.
E qui, secondo i militanti del MoVimento, iniziano i problemi.
A metà maggio, sul sito movimentocinquestelle.eu, compare una lettera aperta rivolta alla Moi e sottoscritta da parecchie decine di persone.
Vi si legge: “Della sua dichiarata attività di ricercatrice non ha fornito alcun riscontro, nè è possibile trovarne in Internet?”.
Ancora: “Dichiara di aver scoperto una molecola efficace nella cura della Leucemia”. Infine le questioni aperte: “Ci può dire come si chiama questa molecola? Quali premi ha ricevuto? Si tratta di un lavoro individuale o di un team di ricerca?”.
E le domande arrivano perchè “di questa scoperta così come della sua specializzazione e ricerca post-dottorato non riusciamo a trovare pubblicazioni in merito”.
La lente dei grillini si fa spietata. E “dalla rete” non arriva nessun riscontro.
La pubblicazione indicata – della quale peraltro su Google Books, al link fornito dalla Moi nel suo curriculum, è disponibile solo il titolo e il numero di pagine – risulta essere l’unica.
Si tratta della sua tesi di dottorato. Fin qui nessuno dubbio. Poi nessun altro articolo, nessuna altra pubblicazione, neanche collettiva.
Del resto, l’interesse della comunità scientifica per le proprietà anti tumorali della Kingelia Pinnata – la pianta africana oggetto di ricerca della Moi – risale ai primi anni ’80.
E studi importanti sono stati effettuati nel 1994 e intorno al 2000. Ben prima del 2007, quindi. E anche dopo il 2007, le più importanti pubblicazioni sulla Kingelia non riportano il nome della Moi.
Dopo la lettera dei militanti, passano poche ore e arriva la risposta della futura europarlamentare. “Da giorni gira una lettera di accuse nei miei confronti. È stata messo in discussione il mio Phd. Inoltre chi è ricercatore sa bene che i progetti di ricerca finanziati da compagnie internazionali possono essere soggetti a restrizioni di pubblicazione dati sul lavoro svolto a causa di strettissimi vincoli contrattuali”.
Tutto possibile.
Ma qui la questione diventa politica: come si coniuga l’impianto ideologico del MoVimento Cinque Stelle – trasparenza, aprire tutto come una scatola di sardine, il palazzo di vetro – con le “restrizioni” imposte dalle “compagnie internazionali”, cioè dalle multinazionali della farmacologia?
E soprattutto: che ricadute ha – sull’etica professionale e sulla vita dei malati – ammettere che una scoperta che potrebbe aiutare la cura della leucemia è soggetta, appunto, a simili restrizioni?
Contattato da Repubblica.it, lo staff della Moi aggiunge: “Giulia ha lavorato per il suo Phd a Londra. Esito di anni di impegno. Lì ha ricevuto una borsa di studio. Nei termini del contratto erano presenti alcuni vincoli: tutte le “scoperte” e gli esiti della ricerca sarebbero restati nelle mani dei committenti”. Ovvero della Stiefel\Gsk.
“Poi Giulia è tornata in Sardegna. Voleva continuare la sua ricerca ispirata come sempre dall’animalismo, per questo ‘lavora’ sulle piante”.
Ancora: “Ma qui ha trovato solo impedimenti e una burocrazia asfissiante. Perciò decide di impegnarsi in politica”.
I primi passi non sono tra i Cinque Stelle. ” Sì. È vero: c’è stata una candidatura nell’Unione Popolare Cristiana, nel 2010″.
Da riempi-lista la Moi ottiene 16 voti. Poi la scelta di entrare nel MoVimento. Proprio per combattere contro le zone grigie del Paese.
Ma le domande continuano ad attraversare l’animo dei militanti.
I commenti sul sito movimentocinquestelle.eu sono ancora lì. Osservazioni e critiche. Ma anche tante “difese”.
Dario Fassini scrive: “Se ha fatto un brevetto non vedo perchè lo tenga nascosto, se non ha ancora brevettato mi pare strano che dica ai quattro venti che nella pianta tal dei tali c’è una molecola contro leucemie e melanomi”.
Ma i più, criticano proprio la scarsa trasparenza: “Bisogna far luce su questa cosa”, “Fate chiarezza”, “Trovo normale chiedere delle delucidazioni”.
Delucidazioni che si trovano nella zona grigia tra “diritto a sapere” e “ragioni delle multinazionali”.
Carmine Saviano
(da “La Repubblica”)
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