GRILLO, MESSORA E I PASSI INDIETRO: STRATEGIA O INCOMPETENZA DIGITALE?
I POST SULLA BOLDRINI PUBBLICATI E POI CANCELLATI SONO FRUTTO DI UN PIANO STUDIATO O SONO INCIDENTI DI PERCORSO? PER UN DEPUTATO CINQUESTELLE E’ TUTTO STUDIATO
Una precisa strategia di comunicazione oppure una serie di incontrollati scivoloni?
Un progetto ben chiaro o il prodotto dell’incompetenza?
Da alcuni giorni il Movimento Cinque Stelle ha alzato il livello dello scontro politico. In Aula, certo. Ma non solo.
Soprattutto in Rete, prima con quella provocatoria domanda di Grillo sulla Boldrini poi con il tweet di Claudio Messora sullo stesso argomento.
Sono apparsi sul Web, hanno scatenato i peggiori istinti e le inevitabili polemiche e poi sono stati cancellati.
Perchè sono stati scritti? E perchè sono stati cancellati? –
L’incompetenza al potere
La prima lettura è la più semplice: gli autori non si erano resi conto delle possibili reazioni che avrebbero scatenato. In poche parole, Grillo (o chi in quel momento stava gestendo per suo conto l’account del leader) non ha valutato l’impatto della sua domanda provocatoria sul presidente della Camera.
Tanto che, dopo 24 ore di reazioni indignate, lo «staff» del M5S (non Grillo, ma lo staff) ha ufficialmente «preso le distanze» da quei commenti, cancellandoli.
Stesso discorso per Messora, responsabile della comunicazione del gruppo M5S al Senato, una delle voci ufficiale del Movimento.
Ha risposto a un presunto scivolone della Boldrini (il tweet, poi rimosso, in cui dava dei «potenziali stupratori» agli utenti del blog), con una battutaccia di pessimo gusto. Si è lasciato scappare le dita sullo smartphone, senza rifletterci troppo (come dimostrerebbe, tra l’altro, l’uso errato della forma verbale nel suo tweet).
Poi, dopo le proteste, resosi conto della gravità di quelle parole, ha cancellato tutto e, spinto da diverse sollecitazioni, ha anche chiesto scusa.
Prima timidamente, poi in maniera un po’ più convinta. Una grave leggerezza, insomma. E questo vorrebbe dire una cosa: Messora, Grillo (o lo «staff» che gestisce il suo account, lo ribadiamo) hanno fallito clamorosamente sul piano della comunicazione: «epic fail».
Anche perchè, soltanto un paio di giorni prima, Grillo era sceso a Roma per dire ai suoi parlamentari di «abbassare i toni».
Ma come: non era quello il movimento dei guru del web? Degli infallibili strateghi dei social media? L’unico «avanti», capace di parlare «al» e «nel» fantomatico «mondo della Rete»?
Se così fosse, i diretti interessati dovrebbero assumersi le loro conseguenze.
Perchè chi sbaglia, paga. Soprattutto se a sbagliare è qualcuno che ha un ruolo pubblico.
Studiata a tavolino
C’è invece un’altra lettura dei fatti degli ultimi giorni. E cioè che tutto sia stato studiato a tavolino.
Una strategia per alimentare il fuoco delle polemiche, conquistare visibilità mediatica in nome del «purchè se ne parli» e portare avanti un preciso progetto distruttivo.
Il deputato grillino Ivan Catalano sembra propendere per questa ipotesi, anche se pare non condividerla.
Lo ha scritto chiaramente in un post su Facebook: «La rivalità della solidarietà , ottimo trucco Beppe. I consulenti di PNL stanno facendo un ottimo lavoro. Far dipendere la politica dalla comunicazione e dal marketing, la svuota dai contenuti. Direi che in meno di 10 mesi ci siamo adeguati alla comunicazione peggiore che potevamo fare. L’uso della rete come grande strumento infamatore di massa è la nuova frontiera. La rete dovevamo usarla per fare partecipare le persone alla politica, tramite strumenti di democrazia diretta. Casaleggio per quanto mi riguarda riprenditi i consulenti che ci hai mandato».
In sintesi Catalano dice due cose: c’è una precisa strategia di PNL, programmazione neuro-linguistica, anche dietro agli ultimi post.
Dietro la loro pubblicazione, ma anche dietro la loro cancellazione.
Marketing puro, numeri: in barba a qualsiasi regola politico-morale. I rischi di questa strategia sono spiegati dallo stesso Catalano: un utilizzo della Rete come «strumento infamatore di massa», decisamente lontano dalla Rete come «strumento di democrazia diretta».
Anzi, l’esatto opposto. Motivo per cui chiede a Casaleggio di riprendersi i consulenti mandati ai parlamentari.
Molto importante: questo post è stato scritto prima del Tweet di Messora sullo «stupro selettivo».
Le conseguenze
A prescindere dai reali motivi che hanno portato a questi episodi, resta da capire quali saranno le conseguenze.
Gli elettori del Movimento continueranno ad apprezzare questi atteggiamenti sfasciatutto? Un anno fa, quando i Vaffa venivano lanciati da un palco in piazza, potevano avere un significato.
Quel «tutti a casa» poteva avere un significato. Oggi, quando vengono lanciati dall’interno delle istituzioni, ne hanno un altro.
E il rischio è che agli occhi dell’italiano medio, quello che un anno fa aveva votato i Cinque Stelle come risposta indignata alla Casta del Palazzo, le urla e le proteste dei grillini in Aula appaiano identiche alla mortadella o al cappio sventolati da chi, qualche anno prima, li aveva preceduti disgustando gli elettori.
(da “La Stampa“)
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