GRILLO RESPINGE LA PROPOSTA ZAGREBELSKY DI ALLEANZA CHIARA PRIMA DEL VOTO E SI SPUTTANA
PRIMA DEVE PRENDERE PER IL CULO GLI ELETTORI E POI ALLEARSI CON SALVINI, ORMAI LO AMMETTONO: “DIRLO PRIMA LA PAGHEREMMO CON LA NOSTRA BASE”
Divisi tra chi dice che quello apparso oggi sul Fatto Quotidiano “è il pensiero di Zagrebelsky e basta” e chi invece pensa che in fondo il costituzionalista, da sempre punto di riferimento dei 5stelle, “ha ragione”.
L’intervista di Gustavo Zagrebelsky, professore che i grillini avevano posizionato tra i nomi per la corsa al Colle, arriva a sorpresa in un momento in cui — viene spiegato ai piani alti del Movimento 5 Stelle — il mondo pentastellato si guarda allo specchio e si rende conto che tutto ciò che in questi anni è stato detto, se davvero si vuole arrivare a Palazzo Chigi, potrebbe risultare difficile da mettere in pratica.
Difficile quindi non pensare ad alleanze.
Su un punto però i grillini, per ora, sembrano essere tutti d’accordo: non è opportuno un accordo pre elettorale “su dei punti programmatici, chiari e concreti” come consiglia il costituzionalista.
Piuttosto si fa strada l’idea di un’alleanza post elettorale con la Lega Nord e il programma che M5S sta stilando va proprio in questa direzione.
Non ultima l’uscita di Beppe Grillo sul blog a proposito delle Ong che soccorrono i migranti e che avrebbero “un ruolo oscuro”. “Da dove prendono i soldi?” chiede il comico genovese.
Ma anche la proposta di indire il referendum sull’euro e la richiesta di una maggiore sovranità strizzano l’occhio al Carroccio.
“Da un po’ di tempo M5S non attacca apertamente la Lega Nord”, viene fatto notare, “e non è un caso”.
Da qui a poter uscire allo scoperto con un’alleanza prima del voto però ce ne vuole. “In termini di voti — si ragiona — non ripagherebbe”.
La base in pratica non apprezzerebbe un’alleanza con un altro partito perchè in fondo l’andare da soli contro tutto e tutti è sempre stato il punto che ha contraddistinto i grillini dagli altri.
Si pensa casomai ad aggirare il problema facendo comunque i conti con la realtà e con la legge elettorale. Al momento, se M5S risulterà essere il primo partito ma non arriverà al 40% per avere l’incarico dovrà dire al Capo dello Stato su quali voti, oltre ai propri, può contare in Parlamento.
Ed è qui che potrebbe entrare in gioco la Lega Nord. Ma anche in questo caso nulla si può dare per scontato.
I più realisti osservano: “In cambio i leghisti ci chiederanno delle poltrone, degli incarichi di governo, in quel caso si farà un appello alla rete per spiegare che se vogliamo governare non possiamo fare a meno di un accordo, ma il programma resterà il nostro” (altra presa per i fondelli…n.d.d.)
Tutto questo comunque a campagna elettorale conclusa e a voti già incassati.
Anche se, a qualcuno tra i grillini, non sfugge che Zagrebelsky ha forse voluto lanciare un sasso nello stagno per avviare una discussione. “Se lo diciamo noi — osserva una deputata pentastellata — è un conto, ma se a proporre un’alleanza per andare al governo è un costituzionalista con cui spesso abbiamo dialogato il concetto ha un altro peso”.
(da “Huffingtonpost”)
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