GRILLO VOLA A ROMA MA LA CASA E’ VUOTA
DI MAIO E’ PARTITO PER LA SICILIA… IL FONDATORE DEL M5S SI RITROVA UN LEADER SCONFESSATO E SOTTO ACCUSA… IN PROGRAMMA INCONTRI CON DIVERSI BIG
Uno arriva e l’altro va via. Luigi Di Maio sale le scalette di un aereo destinazione Sicilia mentre Beppe Grillo è in viaggio verso Roma.
Basterebbe questo per capire la distanza tra i due se non fosse che, nelle ore in cui circolava l’ipotesi di un incontro, il capo politico ha postato una foto pronto al decollo. Così da fugare ogni dubbio e marcare sfacciatamente la volontà di non vedere il garante del Movimento. Almeno per adesso, almeno fino a lunedì sera.
Nessun faccia a faccia nonostante l’intero mondo pentastellato, o almeno ciò che ne rimane, stia vivendo ore complicatissime. “Grillo è arrivato qui e si trova davanti un Movimento senza idee e senza leader”, uno dei parlamentari molto vicino ai vertici commenta così lo stato dell’arte. Commento amaro, molto diffuso tra i deputati e i senatori grillini. Per questo il garante incontrerà tanti esponenti grillini, tra cui forse anche Alessandro Di Battista.
Si confronterà con loro non solo sulla guida del Movimento, ma anche sull’alleanza con il Pd, di cui Grillo continua ad essere il maggiore sponsor al contrario di Di Maio, e sulle elezioni regionali. A questo proposito, giusto per citare un post, si è già espressa Roberta Lombardi: “Facciamo votare su Rousseau se andare in coalizione, il ruolo del capo politico singolo ha fallito”. Una nuova bomba è stata sganciata.
Il voto di giovedì sulla piattaforma Rousseau che ha sconfessato la linea del capo politico ha dato il colpo di grazia. Di Maio non aveva alcuna intenzione di presentare le liste elettorali in Emilia Romagna e in Calabria, avrebbe preferito un momento di riflessione, ma nei fatti c’è stato un vero e proprio plebiscito contro di lui. E ora è come se Grillo fosse corso a Roma al ‘capezzale’ della sua creatura per recuperare i cocci e provare in extremis a rimetterli insieme.
Il garante del Movimento, insomma, è determinato a far sentire la sua presenza, ma dribbla le domande dei cronisti che lo attendono fuori all’Hotel Forum e gli chiedono se non sia arrivato il momento di destituire Di Maio all’indomani del voto su Rousseau. Sono ore di impazzimento. All’interno della truppa parlamentare monta il malcontento e sale il pressing nei confronti di Di Maio affinchè faccia un passo indietro o condivida l’incarico con qualcun altro.
In questo contesto esplosivo, il capo politico fa visita ai comuni della Sicilia colpiti dal maltempo per far vedere che il governo è vicino non solo a Venezia. Dal Sud prova a ribaltare la narrazione dei dissidenti, plaudendo alla democrazia interna del Movimento, nonostante lo abbia sconfessato, e cogliendo al balzo la volontà degli attivisti per allontanarsi ulteriormente dall’alleanza con i dem.
Alleanza che Di Maio non ha scelto ma l’ha subita, in quanto voluta soprattutto e prima di tutti proprio da Beppe Grillo. Il quale non ha mai fatto passi indietro piuttosto, molto vicino negli ultimi tempo al premier Giuseppe Conte, vorrebbe consolidarla ancora di più.
Il capo politico sembra intenzionato a difendere la sua leadership mostrando come, in realtà , non sia lui a decidere. Eppure, lo strappo del M5S sulle Regionali rischia di essere un problema per il governo.
Il leader nega qualsiasi ripercussione ma a Palazzo Chigi l’aria che si respira è pesante. Fonti della maggioranza raccontano di frequenti contatti telefonici tra Conte e Grillo. Di un premier che qualcuno vorrebbe a capo di un suo partito ma che al momento attende, consapevole che solo un vero rilancio della coalizione di governo potrà evitare le urne.
(da “Huffingtonpost”)
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