GRILLO VUOLE IL VOTO BIS E RIPRENDERSI ANCHE IL SIMBOLO… CONTE: NON PUO’ FAR NULLA”
L’EX GARANTE NON ACCETTA IL VERDETTO DEGLI ISCRITTI E CHIEDE UNA NUOVA CONTA
Cosa c’entrano i pop corn di Danilo Toninelli, la morte di Gianroberto Casaleggio e di Domenico De Masi e una certa Nina Monti? Niente e tutto. Quanto basta, però, per capire com’è che ieri Beppe Grillo ha deciso di usare i suoi poteri per scomunicare le decisioni della base Cinque Stelle e chiedere di rivotare le modifiche allo Statuto che lo hanno fatto fuori da garante del Movimento che aveva fondato 15 anni fa. Non parla, Grillo. Non registra video, almeno per il momento. Si affida alla voce degli iscritti. Che hanno già parlato, e pure chiaro. Ma che – almeno spera – potrebbero tornare sui loro passi dopo aver sentito l’effetto che fa averlo visto cadere giù.
Un po’ quello che è successo ieri nelle chat dei parlamentari. Dopo Chiara Appendino e Roberto Fico – che da subito hanno preso le distanze dal “boato” che ha accolto l’eliminazione di Grillo nella sala della Costituente 5S – ora anche altri ammettono che si è andati oltre. Lo fanno pubblicamente il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri e il vicepresidente Riccardo Ricciardi, lo scrivono via WhatsApp molti altri. Come se domenica, la festa per aver vinto la battaglia ingaggiata dall’ex comico, che quell’assemblea nemmeno la voleva, avesse fatto scordare un po’ a tutti che fino all’altroieri lo chiamavano papà. Non proprio fino all’altroieri, va detto. Perché le accuse a Conte e alla nuova fase M5S vanno avanti da parecchio. “È mal consigliato – spiegano – e da quando non ha più interlocutori che ritiene alla sua altezza, si è chiuso nel suo fortino. Poi con la storia del figlio (accusato di stupro, ndr) ha perso la testa”.
Il Beppe Grillo che ha deciso di andare all’uno contro tutti, quindi, è anche un uomo provato. Perché un conto era il sodalizio con Gianroberto Casaleggio, scomparso otto anni fa. Un altro occuparsi da solo della creatura che aveva messo in piedi. E infatti non lo faceva da tempo. Però, raccontano, ha perso anche i consigli di Domenico De Masi, il sociologo scomparso un anno fa, con cui si confrontava su tutte le questioni politiche, compreso il sì a Draghi (fu proprio De Masi a raccontare al Fatto che l’ex Bce chiese a Beppe di far fuori Conte). La sua creative director ora è la cantautrice Nina Monti, che domenica pomeriggio ha pubblicato su Instagram il discorso di Grillo in piazza San Giovanni, le “parole guerriere” che anticiparono il “boom” alle elezioni del 2013.
Ora che il Movimento è precipitato al 9,9 per cento, con il ritorno al voto degli iscritti, Grillo tenta l’ultima prova di forza. “Vuole farci finire nel pantano”, dicono dai 5S, “è sabotaggio”, ripete Giuseppe Conte, che ha riunito i big per capire come muoversi per rispondere alla scelta di usare questa “clausola feudale”. Certezze, per ora non ce ne sono. Vogliono fare in fretta, questo è l’unico refrain. E chiamano alla conta: “O noi o lui”. Danilo Toninelli, rimasto fedele al fondatore, invita la base a “non disiscriversi per rabbia”, perché “ci sarà una nuova votazione che necessiterà del quorum e non è detto che venga raggiunto”. E Grillo fa anche sapere, tramite il suo commercialista, che vuole riprendersi il simbolo “per estinguerlo e metterlo in un museo”. La battaglia è appena (ri)cominciata.
(da ilfattoquotidiano.it)
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