GUELFI E DIACONALE NON VOGLIONO MOLLARE LO STIPENDIO RAI
IL RENZIANO: “VERSO LA MIA PENSIONE DI 144O EURO ALLA RAI, MA VOGLIO LO STIPENDIO”… DIACONALE: “NON LAVORO GRATIS”
“Verso alla Rai la mia pensione, e l’azienda mi paga lo stipendio”.
Guelfo Guelfi, neo consigliere dell’azienda del servizio pubblico ed ex spin doctor del premier Matteo Renzi, non intende fare il consigliere Rai gratis.
E per aggirare le norme che impediscono che un pensionato, come lui, riceva uno stipendio da parte di un’azienda controllata dallo Stato, ha avuto una brillante idea.
La legge 114/2014 vieta ad un lavoratore in pensione di assumere incarichi nelle società controllate dallo Stato.
L’unica ipotesi è quella di assumere l’incarico e lavorare gratis e per la durata di un anno, come stabilisce la riforma della Pa appena approvata.
Ma Guelfo Guelfi non ci sta, e allora sul suo profilo facebook lancia la sua proposta: “I pensionati del cda versino le rispettive pensioni alla Rai e riscuotano la spettanza per l’incarico che si trovano a svolgere”.
Un bel guadagno per Guelfi, se si fanno rapidamente due conti: “La mia pensione è di 1440 euro al mese”, dice sempre su Facebook.
Se si tiene conto che lo stipendio di un consigliere d’amministrazione Rai si aggira intorno ai 60mila euro, l’ex capo comunicazione dello staff di Renzi guadagnerebbe quasi il doppio.
L’unico ad aver accettato subito l’ipotesi di lavorare senza percepire stipendio è stato Carlo Freccero: “Non solo gratis, pur di fare un dispetto a Renzi lavorerei anche in catene”, ha detto il consigliere eletto in quota M5S e Sel.
Gli altri tre (dei 7) membri del Cda in pensione, alle prese con il nodo legislativo sullo stipendio che, a norma di legge, non possono ricevere, sono appunto Guelfi, Mazzuca e Arturo Diaconale.
Proprio Diaconale ha bocciato ieri l’idea di lavorare gratis: “Potrei anche fare il consigliere per puro divertimento, ma sarebbe una cosa bizzarra. E’ la Costituzione che impone la retribuzione per chi svolge un’attività “.
(da “Huffingtonpost”)
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