I DATI DI BRUNETTA E L’ESAME DA AVVOCATO DELLA GELMINI
BRUNETTA: “L’ASSENTEISMO PER MALATTIA E’ DIMINUITO NEL PUBBLICO IMPIEGO DEL 37%, DA QUANDO C’E’ POLEMICA SUI FANNULLONI”… MA I DATI SONO CAMPIONI (NON RAPPRESENTATIVI) DI APPENA LO 0,5% DEI DIPENDENTI… LA GELMINI ACCUSA DI SCARSA PREPARAZIONE I DOCENTI DEL SUD, MA SI SCOPRE CHE DA BRESCIA ERA ANDATA A CATANZARO A SOSTENERE L’ESAME DI STATO DA AVVOCATO… UN PO’ DI SERIETA’ GRAZIE…
Ci sono due ministri, nel governo Berlusconi, che godono della stima di vasti strati della popolazione italiana, se non altro perchè, grazie alla sovraesposizione mediatica di cui hanno goduto, le loro iniziative sono state recepite dai cittadini.
Di tutto penso avrebbe avuto necessità la battaglia moralizzatrice di Renato Brunetta, ad es, per sconfiggere la piaga degli assenteisti nella Pubblica Amministrazione, che di “taroccare” un po’ i dati, a suo uso e consumo. Ricorderete che il Ministero aveva diffuso una nota in cui si affermava che, da quando è stata annunciata la lotta ai “fannulloni”, l’assenteismo per malattia nella Pubblica Amministrazione, sarebbe diminuita del 37%, rispetto ai mesi precedenti.
Un segnale importante, su cui si è costruito un battage pubblicitario non da poco. Ora l’assenteismo per malattia pone anche la domanda: la malattia vera può essere considerata assenteismo? E la maternità ? E l’assenza per malattia dei figli fino a 3 anni?
Comunque la diffusione di quei dati induceva a pensare che si fosse svolta un’analisi relativa alle 9.800 amministrazioni pubbliche e dei relativi 3,6 milioni di dipendenti.
Purtroppo le cose stanno diversamente: i dati provengono dalla verifica di appena 27 amministrazioni l’1 agosto ( lo 0,3%) e di 70 amministrazioni, in una fase successiva, pari allo 0,7%. Sono state almeno scelte sulla base di una seria indagine statistica a campione? La risposta purtroppo è no, come ammette il Ministero di fronte a un’inchiesta di due giornalisti.
Ecco la risposta: ” La nostra è un’indagine pilota che riguarda solo alcune amministrazioni, individuate con un minimo di criterio, senza la rappresentatività dei campioni statistici e quindi non estendibili. In queste amministrazioni l’assenteismo è diminuito a maggio e giugno tra il 10 e il 20%. Non si può estendere questo dato a tutta la P.A.”.
Una cosa induce poi a qualche sospetto: nella prima fase le P.A controllate erano 27, nella seconda si arriva a 70, ma delle prime 27, 12 restano e 15 spariscono… ( verificabile da sito ministeriale). Come se si fossero tenute solo quelle che facevano comodo a dimostrare una certa tesi…
Passiamo alla Gelmini, laurea a Brescia in giurisprudenza. Nel 2001 deve sostenere l’esame di Stato per diventare avvocato e poter esercitare quindi. Dato che la percentuale dei bocciati a Brescia pare rasenti il 90%, mentre a Catanzaro, cosa risaputa, allora c’era il 93,4% di ammessi all’orale, che fa la Gelmini? Si presenta a sostenere l’esame in Calabria e passa.
Il presidente dell’Unione giovani avvocati italiani, Gaetano Romano, ha commentato che ” è incredibile pensare che a usare le scorciatoie sia stata proprio colei che ha sottolineato la mancanza di preparazione di una parte degli insegnanti”.
Non possiamo che concordare, ma, cosa a nostro parere più grave, è la giustificazione della Gelmini che dice ” Dovevo iniziare a lavorare e ottenere l’abilitazione. La mia famiglia non poteva permettersi di mantenermi agli studi troppo a lungo, mio padre era agricoltore” .
In pratica ammette di essere andata a Catanzaro, perchè certa di passare, mentre a Brescia non era così. Se poi non fosse cosi, perchè a Brescia venivano favoriti i figli dei ricchi, poteva fare una denuncia alla Magistratura a suo tempo e la cocca finiva.
Invece ha scelto la strada dell’inciucio, essendone cosciente. Se almeno avesse evitato di accusare altri di scarsa preparazione, forse sarebbe stato meglio…
Un consiglio: nessuno vi chiede miracoli, cari Brunetta e Gelmini, lavorate seriamente, ma non fatevi contagiare dall’arroganza e dalla presunzione che sta prendendo un po’ troppi ministri.
Non sbulaccate, non lanciate proclami, che poi si ritorcono contro. Nessuno è perfetto, ma almeno la modestia invece che la supponenza è gradita. Prendete esempio da Scajola, toni bassi, nessun trionfalismo, lavoro oscuro, ma va per la sua strada. Giusta o sbagliata che sia.
Un po’ di classe non guasta, anche in politica.
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