I GILET GIALLI PER UNA VOLTA TUTTI D’ACCORDO NELLO SBATTERE LA PORTA IN FACCIA A DI MAIO
LE TANTE VOCI IN CORO RESPINGONO AL MITTENTE LA PROPOSTA DI ALLEANZA… DI MAIO NON NE AZZECCA UNA
I gilet gialli fanno blocco contro l’intromissione del Movimento 5 Stelle nei loro affari interni e respingono al mittente la proposta di un’alleanza in vista delle prossime elezioni europee.
Una posizione chiara e netta, che arriva in coro dalle tante voci che compongono un movimento sempre più eterogeneo e frammentato, al cui interno convivono correnti diverse, ognuna guidata dal suo leader.
L’incontro avvenuto il 5 febbraio scorso a Montargis, a sud di Parigi, tra una delegazione pentastellata guidata dal vicepremier Luigi Di Maio e un gruppo di presunti rappresentanti della lista elettorale RIC capitanati da un certo Christophe Chalenà§on ha provocato parecchi malumori all’interno del movimento, che non sembra aver ben digerito l’intromissione di un politico straniero.
I gilet gialli sbattono così la porta in faccia a Di Maio, confermando la loro impermeabilità a qualsiasi intromissione politica. Una posizione che risuona quasi come un avvertimento, lanciato con l’obiettivo di dissuadere eventuali tentativi di strumentalizzazione.
Sebbene si sia ormai frammentata in diverse correnti, ognuna delle quali con il suo capopopolo, la protesta vuole continuare a svilupparsi sul territorio, tra i cittadini, mantenendo così fede alle sue radici.
Per questo oggi un gruppo composto da una quindicina di gilet gialli si è recato a Sanremo su iniziativa di Maxime Nicolle, un altro esponente di spicco del movimento conosciuto sui social network come Fly Rider.
Sebbene fosse stato annunciato come una manifestazione pacifica, nella città dei fiori la sparuta delegazione francese ha incontrato nei pressi del teatro Ariston un gruppo di omologhi italiani, in una sorta di mini-vertice che ha fatto da contraltare alle tensioni diplomatiche che sono emerse nelle ultime ore tra Parigi e Roma.
Una scelta strategica quella di scegliere la cittadina ligure nel bel mezzo del Festival, che per un paio d’ora ha visto i riflettori spostarsi sull’insolito raduno.
“Non c’è un partito dietro di noi, vogliamo solo dire quali sono i nostri problemi, chiediamo diritti, lavoro, dignità nella retribuzione”, ha spiegato Nicolle, ricordando che “il popolo italiano è nella stessa condizione di quello francese”.
“Chi ha incontrato Di Maio non ci rappresenta, non rappresenta il nostro movimento. Lui ha incontrato altre persone, rappresentanti di gruppi diversi dal nostro”, ha poi dichiarato Nicolle, spiegando che il ministro italiano è andato in Francia “per fare campagna elettorale”.
Quello che interessa veramente ai gilet gialli, dice il leader ai giornalisti, “sono i diritti sociali e l’aumento dei salari”, questioni che accomunano il popolo italiano e francese.
Ad insorgere contro la visita di Di Maio in Francia è stata anche la rappresentante di lista dei gilet gialli che si candideranno alle europee, Ingrid Levavasseur, che all’indomani dell’incontro si è detta “sbalordita”, spiegando di non essere stata informata dell’iniziativa. “Sapevo che c’erano contatti, ma avevo risposto che noi non incontriamo nessuno”, ha dichiarato Levavasseur a Le Monde, sottolineando che Chalenà§on “si è voluto mettere in mostra con gli italiani”.
Un’ulteriore dimostrazione delle tante fratture interne che minano una realtà disorganizzata e impreparata.
Più categorica è stata invece Jacline Mouraud, volto noto della protesta e fondatrice del movimento Les Emergents, cha ha bollato la visita del ministro italiano in Francia definendola una “grave” intromissione.
“Dopo questa telenovela ho solo voglia di dire una cosa: ma occupatevi di casa vostra. Non si fa politica con le ingerenze in altri paesi, non abbiamo bisogno di forze straniere in casa nostra”, ha detto Mouraud all’ANSA.
Tra le primissime ad indossare un gilet giallo in Bretagna, questa 51enne con la passione per la fisarmonica e una spiccata inclinazione per alcune teorie complottiste si è fatta conoscere sui social network grazie a una serie di video registrati all’interno del suo Suv. La pasionaria dei gilet gialli rappresenta l’ala più moderata del movimento, che nei mesi scorsi ha cercato di allacciare un dialogo con le istituzioni.
Il Movimento 5 Stelle non riesce quindi a fare breccia nell’animo dei gilet gialli, che rimangono diffidenti nei confronti di un partito che come loro è nato da un impulso popolare ma che oggi siede dall’altro lato della barricata.
Una brutta tegola per Di Maio, che dopo aver aperto una crisi diplomatica con la Francia riceve il benservito da quello che sperava potesse diventare il suo futuro alleato in Europa.
(da “Huffingtonpost”)
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