I MILLE TENTATIVI DISPERATI DI BERLUSCONI PER RESTARE IN SENATO
ULTIMI GIORNI: CONSULTA, CORTE DI STRASBURGO, CORTE DI LUSSEMBURGO PER BLOCCARE LA LEGGE SEVERINO. OPPURE GRAZIA CHIESTA DAI FIGLI AL QUIRINALE… MA LE BASI GIURIDICHE SONO DEBOLI
Grazia, commutazione della pena, revisione del processo, pareri pro veritate contro la legge Severino, ricorsi alla Corte costituzionale e a due Corti europee.
Uno c’è già , è quello di “Silvio Berlusconi contro l’Italia”, presentato ieri a Strasburgo e depositato alla Giunta del Senato.
Avvocati, famiglia, amici, parlamentari e giuristi in soccorso del leader del Pdl, le provano tutte per evitargli la decadenza da senatore e l’incandidabilità per effetto della legge Severino.
Ma tutte le strade appaiono senza via d’uscita, a meno che il Pd deciderà di salvarlo. Comunque sarebbe una salvezza politica fugace, dato che entro l’anno scatterà l’interdizione dai pubblici uffici.
Domani è il grande giorno della Giunta del Senato che dovrà votare sulla decadenza dell’ex presidente del Consiglio.
Il piano berlusconiano per la sua agibilità politica prevede tante strade.
STRASBURGO
Il Cavaliere ieri ha depositato in Giunta il ricorso presentato alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo: “Silvio Berlusconi contro l’Italia… si chiede un cortese riscontro”.
Per scongiurare gli effetti della Severino, viene invocato l’articolo 7 sulla irretroattività della legge meno favorevole per l’imputato-condannato.
Si cita anche l’articolo 13 che verrebbe violato in quanto l’ordinamento italiano non consente a Berlusconi alcun rimedio “accessibile ed effettivo” per ricorrere contro l’incompatibilità della legge Severino con la Convenzione europea dei diritti umani.
Ma la via di Strasburgo è in salita, deve superare il filtro dell’ammissibilità .
Il cuore del ricorso è la presunta violazione dell’articolo 7, lo stesso invocato da Cesare Previti per il processo Imi/Sir-Lodo Mondadori, nel febbraio scorso.
In quel caso, il ricorso è stato dichiarato “irricevibile” .
LUSSEMBURGO
C’è un’altra via europea che il Pdl chiederà alla Giunta di intraprendere: la Corte di Giustizia del Lussemburgo.
Dovrebbe sostenere che la decadenza automatica, prevista dalla legge Severino, vale per gli amministratori e i politici locali, ma non per i parlamentari, sulla base dell’articolo 66 della Costituzione (“Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità ”). Anche in quella sede, verrebbe sottoposto il problema della retroattività .
LA CONSULTA.
È il motivo principe, secondo i berluscones, che la Giunta deve sottoporre alla Corte costituzionale: il reato di frode fiscale per cui Berlusconi è stato condannato, è stato commesso prima che la normativa venisse approvata.
Non la pensano così moltissimi costituzionalisti: la norma non è un effetto penale, ma una sanzione amministrativa, dunque il problema della retroattività non si pone.
Dieci di loro, tra i quali il professor Alessandro Pace, interpellati dall’associazione Avaaz, hanno firmato un documento perchè Berlusconi decada “immeditaamente” da senatore: “Non è ammissibile nessun rinvio”.
La Giunta, in ogni caso, potrebbe rivolgersi sia alla Consulta che alla Corte di Giustizia europea solo se venisse riconosciuta come organo giurisdizionale. Non è scontato: è una delle pregiudiziali che verrà affrontata.
LA GRAZIA
Le altre strade disperate: quella della grazia, o commutazione della pena e quella della revisione del processo Mediaset.
I figli di Silvio Berlusconi sarebbero pronti a chiedere un provvedimento di clemenza al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Ma se anche il Quirinale firmasse o la grazia o la commutazione della pena per frode fiscale (4 anni, di cui 3 indultati la pena principale) resterebbe la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.
La Cassazione, infatti, ha solo ordinato alla Corte d’appello di Milano un ricalcolo degli anni perchè ha ritenuto che dovesse essere applicata la legge tributaria, che prevede una pena da 1 a 3 anni.
I giudici d’appello, a maggio, avevano applicato un’altra normativa, come il Tribunale, e avevano inflitto 5 anni. Il ricalcolo dovrebbe avvenire in autunno.
Contro quella decisione, la difesa Berlusconi potrà ricorrere in Cassazione. In quel caso, verosimilmente, l’interdizione sarà effettiva verso la fine dell’anno. E se l’eventuale atto di clemenza del Quirinale cancellasse anche la pena accessoria, resterebbe valida la legge Severino che non ha escluso i graziati dagli incandidabili.
Gli avvocati di Berlusconi starebbero pensando anche di rivolgersi alla Corte d’appello di Brescia per chiedere la revisione del processo Mediaset.
Un tentativo che sembra avere innanzitutto l’obiettivo di prendere tempo: i giudici hanno la facoltà , ma non l’obbligo di sospendere l’esecutività della pena, in attesa della decisione di accogliere o respingere la richiesta di riaprire il processo.
Antonella Mascali
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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