I RIMPATRI SONO LEGALI, LE MODALITA’ DI MARONI ILLECITE
IL RESPINGIMENTO E’ LEGITTIMO PER CONTRASTARE UN INGRESSO ABUSIVO, NON LO E’ QUANDO NON SI TIENE CONTO DELLE ESIGENZE UMANITARIE….E’ OBBLIGATORIO VALUTARE LE RICHIESTE DI ASILO POLITICO E NON PUOI FARLO IN MEZZO AL MARE… L’ITALIA DEVE ACCOMPAGNARE I CLANDESTINI IN TERRAFERMA IN UN CENTRO DI ACCOGLIENZA, VERIFICARE LE RICHIESTE DI ASILO E POI EFFETTUARE I RIMPATRI.….IL DIRITTO INTERNAZIONALE NON LO CAMBIA NE’ LA LEGA NE’ GLI UTILI IDIOTI CHE GLI VANNO DIETRO
A Vicenza due giorni fa la classe dirigente leghista è andata in overdose alla notizia che erano stati respinti in Libia in acque internazionali due barconi di poveretti che cercavano di raggiungere le coste maltesi o italiane.
Maroni e Calderoli si sono precipitati in Tv a festeggiare la “svolta”: uomini disperati, donne incinte e bambini erano stati ricacciati, senza neanche verificarne le condizioni fisiche e giuridiche, sulle coste libiche.
Solitamente alla metà di loro le leggi dello Stato italiano riconoscono l’asilo politico, in quanto provenienti da Paesi dove vige spesso la guerra civile. Sono leggi vigenti in tutta l’Europa civile, non solo da noi.
Maroni come il comandante Nelson, tronfio a prua, ha fatto la sua marchetta elettorale per la Lega, arrivando nell’enfasi a moltiplicare per tre i respinti all’esame razziale: in realtà erano 500 i profughi e non 1.500, ma fa nulla.
Nelle osterie della bassa qualche incivile festeggerà ugualmente con un grappino, salvo l’indomani servirsi di qualche immigrato per i lavori nel suo podere. Problemi di coscienza? Nessuno.
Se qualche profugo in fuga dal suo Paese finirà al muro, sai che gliene frega alla Lega: una giocata al Bingo e via, passa tutto. Ognuno ha la classe dirigente che merita.
Semmai fa tristezza che Berlusconi gli tenga bordone pensando di trarne un vantaggio elettorale sulla pelle di qualche donna incinta.
Sulla onestà dei suoi amici alleati leghisti, fa testo la prima pagina del quotidiano “la Padania” che domenica ha titolato “Ecco i nemici della sicurezza in Italia”, con foto di Fini e Casini in evidenza. Se i deputati di An avessero una dignità sarebbe stata crisi di governo da subito.
Se in An avessero un minimo di sangue nelle vene, a Roma i fighetti leghisti in aeroporto ci arriverebbero accompagnati a calci nel culo, pronti per un aereo charter di sola andata su Malpensa. Cosa non si fa per un voto, quante palle si raccontano per una preferenza.
Ma i nodi verranno al pettine, questione di tempo. Qualche giornale di centrodestra inneggia al repulisti, siamo all’apologia del respingimento senza se e senza ma, l’Onu non capisce un cazzo, la Chiesa pure, i preti sono dei sovversivi, le agenzie internazionali tutti comunisti.
Tra qualche tempo qualcuno ne risponderà a livello di condanna internazionale, cominciate a far mente locale.
E l’Italia precipiterà tra i Paesi dove si applica la discriminazione razziale, con buona pace di chi rivendica il motto “padroni a casa nostra”.
Perchè il diritto internazionale stabilisce quanto segue.
I rimpatri forzati sono perfettamente legali, quello che contesta l’Onu, e a ragione, è la modalità con cui questi sono fatti. Senza verificare se vi siano gli estremi per concedere l’asilo politico.
Di per sè il respingimento alle frontiere non è certo procedura vietata dalle convenzioni internazionali.
E’ stato già attuato in più occasioni e senza il battage pubblicitario di questa volta.
Il problema è il metodo. Il respingimento è legittimo per contrastare un ingresso abusivo, non lo è nel momento in cui non tiene conto delle esigenze umanitarie.
Se fossimo su una frontiera di terra il problema sarebbe più semplice, ma su una frontiera di mare il diritto internazionale sancisce intanto la tutela della sicurezza della vita umana.
La prima cosa da fare, in un paese civile, è il soccorso umanitario.
Dato che non puoi fare un’identificazione o una analisi delle richieste di asilo politico in mezzo al mare, si dovrebbe non riportarli nel Paese da dove sono partiti, ma sul territorio del nostro Stato, accoglierli in una struttura di accoglienza temporanea, verificare i singoli casi e, fatto salvi i diritti di asilo per chi ne ha titolo, solo allora gli altri vanno rimpatriati.
L’Italia doveva accompagnare i clandestini a Lampedusa, prima di procedere coi rimpatri, si è voluta fare una miserabile operazione di propaganda di cui si sono vergognati persino gli stessi militari a bordo.
La distinzione tra barconi intercettati in acque nazionali o internazionali poi non ha alcun fondamento giuridico, come un profugo sale a bordo di una motovedetta è in territorio italiano.
Non esiste alcun norma, secondo gli esperti di diritto internazionale, che giustifichi quanto è stato imposto ai nostri militari.
Fermo restando che chi non ha diritto deve essere rimpatriato, ma rispettando la legge, non mandando qualcuno a morire nel suo Paese per prendere un voto in più.
Il popolo di centrodestra non ha ancora ben chiaro che qualcuno ci sta portando alla deriva razzista e a subire condanne internazionali.
Una politica sulla immigrazione è cosa troppo seria per farla rappresentare da chi ambisce a essere “coglione a casa nostra”.
Noi siamo per l’applicazione della legge, senza padrini, padroni e ragli d’asino.
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