IL CAIMANO PENSA SOLO ALLE ELEZIONI ALTRO CHE FIDUCIA
IL PDL VOTA PER MONTI MA IL COLLANTE E’ LA CAMPAGNA ELETTORALE…. CONGRESSO A PRIMAVERA, TV DI PARTITO, IL DOPPIO DEGLI ISCRITTI
Se non fosse Berlusconi, nessuno lo prenderebbe sul serio e susciterebbe la tenerezza di chi non si vuole arrendere all’evidenza.
Ma il grado di dipendenza dalla politica che lo caratterizza “smettono quando voglio io”, fa pesare ogni parola pronunciata dall’ormai ex presidente del Consiglio, imbattibile nelle mosse a sorpresa: dopo la riunione mattutina con i senatori ha chiesto a Gianni Letta di seguire il discorso di Monti seduto in tribuna.
E il grande escluso dalla partita è diventato subito la guest star di fronte ad un esecutivo “sorvegliato speciale”.
Berlusconi invece si è defilato. Parlerà oggi in aula e si attende lo show di chi non rinuncia.
Ieri ha trascorso la giornata facendo la spola dal Senato alla Camera, cercando di tenere insieme un partito sempre più sfilacciato.
“Monti non è Maradona” ha detto ai suoi, con una punta d’invidia per la considerazione di cui gode il Professore.
“Serve unità , dobbiamo essere come un sol uomo, perchè con le divisioni non andiamo da nessuna parte” ha ripetuto ai parlamentari. Il “sol uomo” è lui e ancora lui.
E se non c’è lui, c’è l’unico che lui ha scelto, Angelino Alfano, del quale vorrebbe una consacrazione congressuale: “Tutti ce lo invidiano mentre Casini e Bersani sono vecchi”.
Al segretario del Pdl ha affidato il compito di scadenzare un’agenda fittissima d’incontri per riorganizzare le truppe: ogni settimana l’ufficio di presidenza (probabilmente il venerdì), una direzione nazionale al mese, una riunione di gruppo ogni 15 giorni e ogni tanto una cena con massimo 30 parlamentari alla volta.
Per raddoppiare gli iscritti e organizzare una campagna elettorale “mai vista” di cui Berlusconi desidera essere “l’imprenditore” comunque protagonista.
Il pomeriggio, davanti ai deputati , l’ex premier ha spiegato che devono tenersi pronti a cercare i voti già fra tre mesi, “a seconda di come si comporterà il governo”.
Ma ormai una fronda sempre più consistente dei suoi è consapevole che la legislatura arriverà al termine naturale del 2013.
“Non credo che alla nascita di un governo si possa stabilirne la scadenza — ha detto Claudio Scajola, intervenuto alla presentazione del libro “Il potere in Italia” di Lucia Annunziata — ora si possono fare solo gli auguri di buon lavoro. E con una collaborazione forte si può arrivare al 2013”.
Al Senato gli ha fatto eco Beppe Pisanu: “L’orientamento è a favore di Monti affinchè porti a compimento il programma”. Un governo che, nonostante le dichiarazioni elettorali di Berlusconi, viene definito da molti senatori del Pdl “in continuità col precedente”.
A partire dagli staff, che per lo più saranno riconfermati dal nuovo esecutivo. Alle 21, la conferma: il Pdl ha votato compatto la fiducia a Monti.
Ma a inchiodare il Berlusconi di governo, più che di lotta, è Pier Ferdinando Casini: “Dice che stacca la spina? In teoria, ma in pratica non lo farà ”.
Perchè è il primo a sapere che non gli conviene, e ieri lo ha anche parzialmente confessato: “Alle elezioni vince chi è all’opposizione — ha detto Berlusconi ai deputati — perchè la crisi viene pagata da chi governa. E la prossima volta vinceremo noi”.
Se il partito non sarà imploso prima.
“Nel futuro del nuovo Pdl ci saranno la primarie — ha dichiarato Franco Frattini — con tutti coloro che si sentono pronti a correre”.
Anche se nei sogni di Berlusconi c’è solo Alfano con la missione di un riavvicinamento all’Udc e persino a Fini. “Non è vero che ho messo Casini alla porta nel 2008” si è giustificato con i deputati, “e se i finiani si pentono…”. Pronta la risposta piccata del presidente della Camera, Gianfranco Fini: “Berlusconi perde il pelo ma non il vizio…”.
Il vizio non lo abbandona solo con Fini.
Berlusconi torna, nella sua prima giornata di “campagna elettorale”, ad attaccare la stampa: “Mi sono dimesso perchè subiamo il terrorismo dell’opposizione, della stampa e della stampa straniera”.
Per questo motivo, secondo lui, “occorre creare un team per la comunicazione per spiegare bene i provvedimenti fatti dal governo e quali leggi ora intendiamo portare avanti”.
E per farlo, quale mezzo migliore di quello che conosce alla perfezione? “Prenderemo gli spazi sotto palazzo Grazioli, — quelli appartenuti alla fallita Red tv di D’Alema, — per fare una tv di partito guidata da Antonio Palmieri”, (deputato Pdl arrivato da Fininvest, responsabile Internet del partito dalla nascita della Rete).
Uno sgarbo politico all’avversario, per dimostrare la propria superiorità .
E guai a chi non sa usare usare Internet: tutti i parlamentari avranno corsi gratuiti per imparare ad usare uno strumento che potrebbe aiutarlo a tornare al potere.
Terza Repubblica permettendo.
Caterina Perniconi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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