IL CANDIDATO DEL M5S A LATINA CHE COMPARE ACCANTO A DOMENICO SPADA IN UN VIDEO
SI TRATTA DI EMANUELE DESSI’, CANDIDATO AL SENATO E IL VIDEO RISALE A TRE ANNI FA
Eugenio Patanè, consigliere regionale del Partito Democratico, sulla sua pagina Facebook va all’attacco di Emanuele Dessì, candidato nel proporzionale al Senato nel collegio della provincia di Latina con il MoVimento 5 Stelle:
“Il movimento dell’onestà vorrebbe portare in Parlamento gli amici degli SPADA, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso. In questo video pubblicato sull’account del #M5sdi Frascati, EMANUELE DESSI’ candidato nel proporzionale al Senato nel collegio della provincia di Latina balla tutto contento con l’amico DOMENICO SPADA, detto Vulcano, il pugile amico pure dei Casamonica, condannato per usura ed estorsione. Io mi vergogno a nome di tutta la gente onesta della provincia di Latina, che dovrebbe essere rappresentata da questi personaggi nelle Istituzioni. Che ne dice Roberta Lombardi, di cui Dessì sarebbe fedelissimo sostenitore?
Patanè si riferisce a un video pubblicato su Youtube da un account chiamato Movimentocinquestelle Frascati in cui, dal minuto 1.55 e seguenti, si vedono Emanuele Dessì e Domenico Spada, cugino di Roberto noto ultimamente per alcune comparsate a La7 in cui ha parlato della mafia a Ostia.
Il video è stato hostato nel marzo 2014 e serviva a presentare la lista dei candidati del MoVimento 5 Stelle di Frascati. Emanuele Dessì, scrive lui stesso sul suo profilo facebook, è ex consigliere comunale di Frascati e dell’area metropolitana di Roma Capitale.
Domenico Spada detto Vulcano, cugino di Roberto, pugile ed ex campione del mondo Silver, qualche mese dopo la comparsata nel video è stato arrestato insieme ad altre quattro persone, due uomini e due donne di etnia rom, legate al clan dei Casamonica.
Il 27 ottobre 2016 è stato condannato in primo grado, dalla decima sezione penale del Tribunale di Roma, a sette anni e sei mesi di reclusione.
Il video in cui compaiono Dessì e Vulcano è precedente all’arresto e alla condanna di Domenico Spada.
(da “NextQuotidiano”)
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