IL CARROZZONE RAI PERDE 200 MILIONI IN UN ANNO E MANDA A CASA 1.200 DIPENDENTI CON GLI INCENTIVI
LA RAI SPENDE 350 MILIONI IN PIU’ RISPETTO A QUANTO INCASSA CON IL CANONE, MA NON LI RECUPERA PIU’ CON LA PUBBLICITA’…SI PROFILA UN AUMENTO DEL CANONE, MENTRE NELLA LOTTA ALL’EVASIONE NON SI FA NULLA… E I BUROCRATI RACCOMANDATI DALLA POLITICA SONO ATTACCATI ALLA POLTRONA
Secondo i pessimisti sarebbero 1.200, secondo i piani nobili (si fa per dire) di viale Mazzini sono “appena” 1.000.
Ma le voci che circolano sul personale Rai in esubero parlano di 1.500 dipendenti che potrebbero rientrare nel piano triennale che i vertici Rai stanno predisponendo attraverso “Incentivi per la fuoriuscita”.
Un eufemismo per celare i tagli che sono destinati a colpire una parte dei 13.000 dipendenti della Tv pubblica italiana nei prossimi tre anni.
Un piano da “lacrime e sangue”, con l’obiettivo di portare a pareggio i conti sempre più dissestati e che non risparmierà neanche i giornalisti, “troppi e troppo costosi”, secondo il direttore generale Mauro Masi.
Quali siano le testate che dovranno subire la maggiore cura dimagrante non è ancora dato sapere, come al solito conteranno i padrini politici: chi verrà tutelato e chi no.
Ovviamente si riparla in questi casi di “tagli alle poltrone inutili”, di riassorbimento delle consorziate e di esternalizzazione dei servizi non strategici, discorsi sentiti da decenni e che si ripetono in queste circostanze, salvo poi non concludere nulla.
Ad esempio Mediaset ha affidato a una ditta esterna il lavoro delle truccatrici qualche mese fa: ora in Rai, con comodo, stanno valutando se non sia il caso di seguirne l’esempio.
Come se il problema Rai fosse rappresentato dalle truccatrici e non dai politici taroccatori che hanno riempito le sedi locali e nazionali di loro portaborse, lottizzando il personale, dai giornalisti fino ai magazzinieri.
Come se il problema non fosse la credibilità di una informazione e un basso livello del prodotto offerto che ha fatto abbassare le quote pubblicitarie a seguito di una contrazione degli ascolti.
Nell’ultimo anno la Rai ha perso 200 milioni di euro e pensa di recuperare sui costi, sia esterni che del personale.
Ma perchè non taglia qualche consiglio di amministrazione, con relative poltrone?
Attualmente la Rai spende circa 350 milioni di euro in più rispetto a quanto incassa dallo Stato con il canone: in teoria il gap dovrebbe essere colmato dagli introiti pubblicitari, ma il crollo degli investimenti da parte degli inserzionisti rischia di allargare ulteriormente la forbice.
Da qui la richiesta al governo di agire quanto prima sul canone e sulla lotta all’evasione.
Su quest’ultimo fronte, che da solo permetterebbe di riassestare il bilancio, si parla da anni, ma nessuno ha mai mosso un dito.
La percentuale di chi non paga il canone non ha eguali in Europa, ma i controlli sono inesistenti: alla fine pagherà di più chi già è in regola, mentre i furbi contiueranno ad evadere.
E i politici a piazzare i giornalisti a loro fedeli.
Basti vedere come vi siano televisioni locali con pochi dipendenti che svolgono un servizio informativo pubblico gratuito cento volte migliore di quello fornito dalle redazioni locali Rai, dove vi sono più dipendenti che notizie che dare.
Leave a Reply