GOVERNO BATTUTO ALLA CAMERA: 225 A 224 SULL’ARBITRATO, 95 ASSENTI NEL PDL, MA SE LA PRENDONO COI FINIANI
APPROVATO UN EMENDAMENTO DEL PD CHE MODIFICA LA NORMATIVA, PERALTRO GIA’ RINVIATA DA NAPOLITANO ALLE CAMERE….TENSIONE IN AULA TRA FINIANI E BERLUSCONIANI, MA SONO DUE ANNI CHE IL PDL TOLLERA GLI ASSENTI E NON PRENDE PROVVEDIMENTI…E’ LA DIMOSTRAZIONE CHE FINI ORMAI E’ DECISIVO
Il governo è stato battuto per un solo voto (225 contro 224) alla Camera su un emendamento del Pd all’articolo 31 (arbitrato) del Ddl sul lavoro.
A pesare sul risultato l’assenza di ben 95 deputati del Pdl.
Sfiorata la rissa dopo che Giancarlo Lehner ha accusato il finiano Antonino Lo Presti di aver organizzato una trappola sul voto. “Ma quale imboscata dei finiani! Ti devi vergognare a dire queste cose!”, è stata la risposta del deputato, vicino a Gianfranco Fini.
Qualche spintone e qualche parola di troppo e per poco i due non sono venuti alle mani proprio in Transatlantico.
A dividerli è stato il deputato del Pdl, Simone Baldelli. Ad arrabbiarsi anche Fabio Granata che è andato dallo stesso Baldelli per far presente l’assurdità dell’accusa. “Dite a Berlusconi che se manda avanti questi personaggi finisce male…”, è stato lo sfogo di Lo Presti.
Ironico il segretario del Pd Pierluigi Bersani: “Non so se si sono estesi i finiani…”.
Il relatore, Giuliano Cazzola, che aveva dato parere contrario così come il governo, ha immediatamente chiesto una sospensione dei lavori.
Esponenti di maggioranza che erano intervenuti in dichiarazione di voto avevano sottolineato come l’emendamento potesse “scardinare” le norme sull’arbitrato, attualmente in fase di revisione dopo che il presidente della Repubblica Napolitano aveva rinviato il testo del provvedimento alle Camere.
Dopo mezz’ora di sospensione, alla ripresa dei lavori Cazzola ha chiesto l’accantonamento dell’articolo 31, perchè la commissione Lavoro non è ancora riuscita ad accertare l’impatto dell’emendamento sulla normativa.
L’emendamento, a prima firma di Cesare Damiano, modifica un passaggio del nono comma dell’articolo 9.
Laddove si affermava che “le commissioni di certificazione accertano la effettiva volontà delle parti di devolvere ad arbitri le controversie che dovessero insorgere in relazione al rapporto di lavoro”, il testo dell’emendamento prevede che la norma riguardi le controversie “insorte”, non quelle che “dovessero insorgere”, quindi quelle già in atto, non quelle ancora a venire.
Alla maggioranza mancavano due deputati per bocciare l’emendamento.
A pesare sull’esito della votazione soprattutto le assenze nelle file del Pdl che, oltre ad avere 45 deputati in missione, ha registrato 50 assenti. Significativi anche i vuoti nelle file del Pd: 12 in missione e 23 assenti.
La seduta è stata di conseguenza sospesa come richiesto da Cazzola: riprenderà al termine della riunione del comitato dei Nove, che dovrà decidere sul prosieguo dei lavori.
I maggiorenti del Pdl alla Camera dovrebbero assumersi la responsabilità di quanto accaduto per l’ennesima volta.
Cicchitto farebbe bene a dimettersi per come non sa gestire le presenze del gruppo.
Troppi i doppi incarichi, troppe le missioni vere o presunte, altro che prendersela coi finiani o dichiarare che non inciderebbero.
Alla Camera altro che 39 deputati finiani, basta un refolo di vento per far saltare un provvedimento perchè siamo di fronte a un partito senza guida, senza organizzazione, senza anima.
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