IL CASO DELL’AUDIO DEL GIUDICE RELATORE DEL VERDETTO DI CONDANNA DI BERLUSCONI CHE SPUNTA SETTE ANNI DOPO ( E UN ANNO DOPO LA SUA MORTE)
PECCATO CHE DAVANTI AL CSM AVESSE DETTO L’OPPOSTO
Una nuova registrazione audio catturata a un magistrato diventa un caso politico. Ancora una volta riguarda un leader del centrodestra, anzi “il” leader, nel lontano 2013: Silvio Berlusconi.
Il centrodestra (ma non solo) insorge e il ruolo della magistratura, con l’esigenza di una riforma, tornano al centro del dibattito.
La registrazione è stata pubblicata dal “Riformista” e riporta le parole del magistrato Amedeo Franco, relatore in Cassazione nel processo Mediaset in cui il Cavaliere ha riportato una condanna passata in giudicato il 30 luglio 2013, sfociata poi il 27 novembre nell’espulsione dal Senato in forza della legge Severino.
Quel processo fu “un plotone d’esecuzione”, sono le parole del magistrato.
“Berlusconi deve essere condannato a priori perchè è un mascalzone! Questa è la realtà … A mio parere è stato trattato ingiustamente e ha subito una grave ingiustizia… L’impressione è che tutta questa vicenda sia stata guidata dall’alto”, sostiene Franco nel 2013 in un incontro, dopo la sentenza di condanna, con Berlusconi e alcuni testimoni, uno dei quali avrebbe registrato la conversazione.
La registrazione viene alla luce stranamente oggi, dopo ben sette anni, dopo l’esecuzione della pena, la rielezione del capo forzista nel Parlamento europeo e in attesa della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Politicamente, appartiene a un’era geologica fa.
“In effetti hanno fatto una porcheria perchè che senso ha mandarla alla sezione feriale? Voglio dirlo per sgravarmi la coscienza, perchè mi porto questo peso del… ci continuo a pensare. Non mi libero… Io gli stavo dicendo che la sentenza faceva schifo”, ancora il relatore nella registrazione. “Sussiste una malafede del presidente del Collegio, sicuramente”, dice inoltre Franco
La conclusione del relatore di Cassazione, nel colloquio rubato, è che “si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perchè di peggio non poteva capitare”.
Probabilmente il magistrato, che è morto un anno fa e che quindi volendo non può più parlare, non ne era consapevole
Altro stralcio in cui il giudice diceva che “sussiste una malafede del presidente del Collegio, sicuramente…”.
E poi diceva ancora: “I pregiudizi per forza che ci stavano… si potesse fare…si potesse scegliere… si potesse… si poteva cercare di evitare che andasse a finire in mano a questo plotone di esecuzione, come è capitato, perchè di peggio non poteva capitare…Questo mi ha deluso profondamente, questo… perchè ho trascorso tutta la mia vita in questo ambiente e mi ha fatto… schifo, le dico la verità , perchè non… non… non è questo, perchè io … allora facevo il concorso universitario, vincevo il concorso e continuavo a fare il professore. Non mi mettevo a fare il magistrato se questo è il modo di fare, per… colpire le persone, gli avversari politici. Non è così. Io ho opinioni diverse della… della giustizia giuridica. Quindi… va a quel paese…”.
​Ebbene Amedeo Franco, magistrato per 20 anni in Cassazione fino al 1994, competente per i reati tributari, ha scritto personalmente e di suo pugno le motivazioni proprio in virtù della sua competenza in cui si diceva che Berlusconi era “l’ideatore del sistema illecito. Dominus indiscusso” del sistema illecito dei diritti gonfiati.
Se non fosse stato d’accordo avrebbe avuto la possibilità , essendo in minoranza rispetto al collegio, di scrivere il suo dissenso e custodirlo.
I magistrati ne hanno facoltà e già in passato e successo. Per esempio proprio con Berlusconi, imputato nel processo Ruby,Enrico Tranfa presidente della Corte d’appello di Milano, che assolse l’imputato, dopo il verdetto a cui era contrario ritenendo l’ex premier colpevole, si dimise. Ma Franco non ha fatto nulla di tutto questo.
Di più. Davanti al Csm, che giudicava disciplinarmente il presidente Antonio Esposito per aver rilasciato un’intervista, aveva detto di non essersi sentito nè condizionato nè influenzato nel lavoro di redazione delle motivazioni della sentenza su Berlusconi.
Se avesse avuto dubbi, se avesse temuto che quella sentenza fosse stata pilotata perchè invece ha dichiarato il contrario? Dichiarazioni simili — nessun condizionamento nessuna influenza — erano arrivate anche dagli altri componenti del collegio, Claudio d’Isa e Giuseppe Di Marzo.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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