IL COATTO: ULTIMATUM AL CAIMANO
MENTRE IL FUGGIASCO BERLUSCONI IMBARAZZA L’EUROPA, LA PROCURA DI NAPOLI LO INVITA A PRESENTARSI ENTRO DOMENICA…LA FRASE DEL PREMIER A LAVITOLA: “FATTI UNA VACANZA”
Per il deputato del Pdl Osvaldo Napoli è un atto con “velleità golpiste”.
Per la Procura di Napoli è la semplice applicazione del principio che vuole la “legge uguale per tutti”.
Silvio Berlusconi entro le 14 di oggi dovrà comunicare alla Procura di Napoli quando si presenterà davanti ai magistrati per rispondere alle loro domande. Ieri, mentre il premier era accolto a Bruxelles e Strasburgo dai politici europei, usati come paravento, gli agenti della Digos bussavano al portone di Arcore. In mano gli investigatori avevano una citazione destinata al presidente del Consiglio per sentirlo come testimone nel procedimento che lo vede parte lesa di due presunti ricattatori, ValterLavitola e Giampaolo Tarantini.
Il foglio notificato ieri per il Cavaliere e i suoi avvocati è la concretizzazione dei peggiori incubi: Berlusconi come persona offesa è infatti obbligato a presentarsi davanti ai pubblici ministeri, da solo, senza il suo stuolo di avvocati.
E senza nemmeno poter mentire, pena il rischio di essere incriminato seduta stante per falsa testimonianza. “Molto meglio se fosse indagato”, si fanno scappare negli ambienti berlusconiani: già , potrebbe non presentarsi, potrebbe addirittura mentire impunemente.
E accanto a lui ci sarebbero i suoi fidi avvocati a proteggerlo.
Stavolta non sarà così.
Il cavaliere ha cercato fino all’ultimo di schivare il faccia a faccia con i pm. Prima gli incontri istituzionali europei richiesti dallo stesso governo.
Poi, ieri, il memoriale che Berlusconi ha fatto pervenire alla Procura tramite il suo avvocato, Michele Carabona. “Interessante, ma per noi è comunque essenziale sentire il dottor Berlusconi, in quanto persona offesa dal reato. E abbiamo anche urgenza perchè ci sono persone in prigione e non vorremmo che le indagini fossero danneggiate”, commentano a Palazzo di Giustizia.
Dopo aver provato a lungo con le buone a concordare un appuntamento per vie informali con il premier, il Procuratore capo di Napoli Giandomenico Lepore, ha perso la pazienza: si è trovato costretto a un atto che avrebbe evitato volentieri e che rischia di aprire un conflitto inedito e durissimo tra il potere politico e il potere giudiziario.
Il presidente del Consiglio, dopo avere saltato il primo appuntamento previsto per ieri, aveva fatto sapere sabato scorso tramite Ghedini che avrebbe richiamato lui i pm per comunicare una nuova data.
Dopo tre giornate di attesa, la Procura di Napoli ha deciso di non aspettare. Ascoltare Berlusconi non è uno sfizio ma un atto necessario nell’interesse della giustizia ma anche degli indagati.
Nell’atto i magistrati spiegano al premier che in caso di mancata presentazione da parte sua potrebbe essere disposto l’accompagnamento coattivo, salve ovviamente le prerogative previste dalla Costituzione. In sostanza la Procura, nel caso molto probabile che il premier non risponda, è intenzionata a chiedere l’autorizzazione al Parlamento per costringerlo a testimoniare con la forza pubblica.
Non si tratta di una misura cautelare, ma di una forma di coazione per chi non adempie spontaneamente all’obbligo previsto per tutti i cittadini di testimoniare. Vero, sarebbe una decisione forte vedere il primo ministro “scortato” a Palazzo di Giustizia. Ma non si poteva fare diversamente, se la legge è ancora “uguale per tutti”.
Questa “minaccia” è però temperata dall’ampia scelta di tempo che il premier ha a sua disposizione.
I pm Henry John Woodcock, Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Francesco Greco saranno a sua disposizione per ascoltarlo ovunque lui vorrà dalle 8 di mattina alle 20 di sera da giovedì a domenica.
Il Cavaliere deve solo scegliere luogo e l’ora, purchè accetti di testimoniare. Se entro domani Berlusconi non rispondesse, si aprirebbe la strada per l’accompagnamento coattivo.
Che ovviamente dovrebbe essere preceduta da una richiesta alla Camera, perchè il premier è deputato.
Berlusconi ha già spiegato ai suoi che non ha alcuna intenzione di farsi sentire perchè confida nello spostamento del procedimento a Roma.
E ha una fifa blu delle domande che potrebbero porgli i magistrati.
Ieri sono state depositate le nuove carte dell’accusa davanti al tribunale del riesame, che dovrà decidere sull’istanza di scarcerazione di Tarantini, presentata dagli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, e su quella di Lavitola, difeso da Gaetano Balice.
Nel plico è contenuta – oltre agli interrogatori come persone informate sui fatti della segretaria di B. Marinella Brambilla e dell’avvocato che difendeva Tarantini su indicazione di Ghedini, Giorgio Perroni – anche la celebre telefonata da Sofia di Valter Lavitola con Berlusconi.
L’intercettazione, che ora è divenuta pubblica mentre quando è stata rivelata in sintesi dall’Espresso era segreta, dovrebbe contenere oltre alla frase “resta lì” rivolta dal premier, anche un rafforzativo ironico in stile Berlusconi che di fronte ai dubbi di Lavitola che pensava di tornare in Italia avrebbe detto al suo amico indagato: “Valter fatti una vacanza”.
La sensazione è che la vacanza sia lunga.
Marco Lillo e Ferruccio Sansa
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply