“IL COMANDANTE DELLA SEA WATCH NON HA COMMESSO ALCUN REATO” PRECISA LA PROCURA DI SIRACUSA, ALLORA L’HA COMMESSO SALVINI QUANDO LO HA DIFFAMATO
LA RICOSTRUZIONE E I DOCUMENTI CONFERMANO LA TESI DEL VALOROSO COMANDANTE… SOLO IN ITALIA UN MINISTRO DEGLI INTERNI PUO’ DIRE IL FALSO SU UNA INDAGINE E NON ESSERE MANDATO A CASA: SIAMO LA BARZELLETTA DEL MONDO
La Sea Watch doveva andare in Tunisia, ma l’imbarcazione dell’ong tedesca con a bordo 47 persone (tra cui 13 minori non accompagnati) avrebbe comunque fatto rotta verso l’Italia, disattendendo le indicazione ricevute.
E’ stata questa la tesi dei ministri dell’Interno, Matteo Salvini, e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.
Il procuratore ha però precisato che il comandante della nave “non è indagato” e che si è comportato in maniera irreprensibile, portando in salvo il suo carico umano dirigendosi verso il porto sicuro.
I rappresentanti dell’ong tedesca hanno oggi mostrato le comunicazione tra il comandante della nave e il centro di coordinamento olandese, spiegando perchè alla fine la nave si sia diretta verso l’Italia.
“Lo scorso 23 gennaio, a causa dell’arrivo di una forte perturbazione da nord-ovest, definita ciclone mediterraneo, abbiamo avuto diverse comunicazioni con il JRCC olandese e con la capitaneria di porto di Lampedusa – spiega l’ong tedesca -. Il centro di coordinamento marittimo olandese, dopo aver preso atto dell’impossibilità di entrare nel porto di Lampedusa, ha informato la nave che l’opzione di trovare riparo in Tunisia poteva essere percorribile. Il governo olandese ha quindi contattato il governo tunisino, senza però ricevere alcuna risposta”.
Già a novembre alla Sea-Watch era stato negato l’approdo in Tunisia per fare rifornimento e per ripararsi durante una tempesta, spiega l’ong: la nave si era ritrova per oltre 5 giorni al largo delle coste di Zarzis senza poter entrare in porto.
Per questo, il comandante della Sea Watch 3 ha fatto rotta verso Nord, verso l’Italia.
L’estratto della comunicazione tra Sea Watch e il ministero Olanda.
L’ong ha poi reso noto anche un estratto delle comunicazioni intercorse tra il capitano della nave e il Ministero delle Infrastrutture olandese.
Il giorno 23 gennaio, alle 14:35, il Team Sea-Watch in Olanda contatta il Ministero “Infrastructure e Watery”, competente per la Guardia Costiera, chiedendo un riparo dal cattivo tempo in arrivo.
Il rappresentante di Sea-Watch chiede l’indicazione di un PoR (Porto di Rifugio) a Malta o in Italia.
Poi, in una seconda comunicazione, chiede la stessa indicazione solo per l’Italia poichè rappresentava in quel momento il PoR più vicino (Lampedusa). Venti minuti dopo, alle 14:57
Il contatto al Ministero dice all’ong il Ministero degli Affari Esteri, Giustizia e Sicurezza chiederà all’Italia di fornire un PoR.
Alle 16:11 arriva la conferma che la richiesta di PoR è stata inviata alla Guardia Costiera italiana, MRCC, da JRCC Den Helder.
Il messaggio inviato dal JRCC Olanda (Jrcc Den Helder) al rappresentante di Sea-Watch in Olanda parla di contatti dell’Italia.
La prima ipotesi è Lampedusa, ma date le condizioni avverse che stanno per colpire l’isola, Mrss (centro di coordinamento marittimo) di Roma non lo considera un “safe place shelter”.
Alle 19:05 Sea Watch riceve un ultimo messaggio dal ministero delle Infrastrutture olandese in cui si dice che la Tunisia è la migliore alternativa e che verrà inviata una richiesta alla Guardia costiera tunisina.
Ma dopo queste comunicazioni – spiega Sea Watch – “non abbiamo mai ricevuto alcuna risposta dal governo olandese in merito alla richiesta di un porto rifugio (POR) in Tunisia”. (ec)
(da agenzie)
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